Highlights
Nonostante
il
difficile
periodo
dovuto
al
coronavirus,
nell’estate
2020
è
stata
effettuata
regolarmente
la
tradizionale
Campagna
glaciologica
da
parte
degli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(S.G.A.A.),
durante
la
quale
sono
stati
controllati
oltre
30
ghiacciai
distribuiti
sull’intero
territorio della Provincia di Bolzano.
Il
monitoraggio
è
consistito
essenzialmente
in
una
serie
di
misurazioni
frontali,
corredate
da
riprese
fotografiche
e
osservazioni
rivolte
a
valutare
lo
stato
di
salute
dei
diversi
apparati.
Particolarmente
importante
ai
fini
della
visione
complessiva
della
situazione
si
è
dimostrato
il
sorvolo
aereo
realizzato
nel
mese
di
settembre,
durante
il
quale
si
sono
effettuate
riprese
fotografiche
significative,
anche
di
tipo stereo prospettico, riferite ad un considerevole numero dei ghiacciai altoatesini.
Riguardo
ai
sopralluoghi
diretti
sul
terreno,
è
risultato
sempre
più
problematico,
e
persino
talvolta
rischioso,
il
raggiungimento
delle
fronti
glaciali,
a
causa
di
superamenti
di
ripide
rocce
montonate,
attraversamenti
di
alvei
dei
torrenti
glaciali
con
portate
talvolta
impetuose,
e
per
la
presenza
di
una
sempre
maggiore
quantità
di
materiale
detritico,
spesso
in
equilibrio
precario:
per
i
suddetti
motivi
per alcuni ghiacciai è stata riportata la sola documentazione fotografica.
Risultati della Campagna 2020
Dall’analisi
dei
dati
meteo
–
climatici,
il
2020
è
risultato
essere
uno
dei
più
caldi
degli
ultimi
150
anni,
con
temperature
al
di
sopra
della
media
di
lungo
periodo
e
con
ondate
di
calore
fino
alle
quote
più
elevate.
Dopo
un
inverno
caratterizzato
da
alternanza
di
periodi
caldi
e
di
precipitazioni,
i
mesi
estivi
sono
risultati
particolarmente
caldi,
anche
se
non
sono
mancate
delle
precipitazioni
sia
nella
metà
di
Luglio
che
nel
mese
di
Agosto,
che,
come
è
emerso
dai
rilevamenti
effettuati,
hanno
portato
ad
una
maggiore salvaguardia di buona parte delle masse gelate.
L’effetto
più
evidente
sulle
superfici
glaciali
è
stata
la
riduzione
delle
aree
di
ablazione,
ed
anche
sulle
superfici
di
accumulo
sono
rimaste,
al
contrario
delle
annate
precedenti,
un
discreto
numero
di
placche di neve stagionale.
Tali
condizioni
tuttavia
non
hanno
impedito
il
verificarsi
di
un
bilancio
glaciologico
generalmente
negativo,
evidenziato
da
una
sensibile
diminuzione
complessiva
della
massa
glaciale
e
da
consistenti
arretramenti
delle
fronti.
Una
delle
maggiori
evidenze
della
diminuzione
di
spessore
della
massa
gelata
è
stata
la
comparsa
di
nuove
finestre
rocciose
oltre
che
l’ampliamento
di
quelle
già
esistenti.
Tuttavia
per
alcuni
ghiacciai
l’arretramento
lineare
delle
fronti
è
parso
nel
complesso
limitato,
anche
se
in
molti
casi
si
è
osservata
una
sensibile
fratturazione
del
ghiaccio
e
conseguente
frammentazione
della
massa
che
ha
interessato
i
settori
inferiori
e
frontali.
A
tutto
ciò
si
è
accompagnato
anche
un
evidente
rimodellamento
del
detrito
sia
galleggiante
che
di
quello
deposto
nelle
nuove
aree
periglaciali,
con
formazione
di
laghi,
talvolta
in
quantità
così
elevata
e
di
estensione
tale
da
mascherare
il
contorno
inferiore
del
ghiaccio
e
renderne
quindi
difficoltosa
l’identificazione.
Significativi
sono
risultati
i
distacchi,
ormai
definitivi,
delle
porzioni
terminali
delle
lingue
di
alcuni
ghiacciai,
con
la
formazione
di
masse
di
ghiaccio
morto
(non
più
alimentato),
in
via
di
lenta
quanto
definitiva
fusione.
Tra
gli
eventi
più
significativi
osservati
è
stato
il
crollo
di
ghiaccio
nel
settore
terminale della lingua di ablazione del Ghiacciaio di Vallelunga.
Anche
le
parti
più
elevate
dei
bacini
collettori
hanno
risentito
della
forte
ablazione
che
ha
portato
ad
una
sensibile
deglaciazione
delle
pareti
e
dei
canaloni
sovrastanti,
che,
perdendo
la
copertura
gelata,
sono
andati
caricandosi
sempre
più
di
materiale
detritico,
destinato
ovviamente
a
franare
anche
a
causa della progressiva riduzione del permafrost.
Infine,
è
stata
rilevata
anche
a
quote
elevate
la
comparsa
di
nuovi
laghi
epiglaciali
o
periglaciali
e
l’incremento
areale
di
quelli
preesistenti,
un
segnale
evidente
della
notevole
quantità
di
acqua
di
fusione.
Conclusioni
La
quantità
e
la
qualità
dei
dati
raccolti
nel
corso
della
campagna
glaciologica
2020,
consente
di
affermare
con
certezza
che
anche
l’annata
idrologica
2019
/
2020
ha
prodotto
un
risultato
assolutamente
negativo
per
il
glacialismo
della
Regione,
anche
se
specialmente
dalla
ricognizione
aerea
e
dal
confronto
con
immagini
di
annate
precedenti,
si
è
potuto
verificare
un
modesto
rallentamento
riguardo
alla
negatività
dei
bilanci
di
massa,
evidenziato
dalla
presenza
di
neve
residua
(neve vecchia e/o nevato) sui bacini di accumulo.
Un
altro
aspetto
particolare
che
si
ritiene
di
evidenziare
è
la
presenza
di
numerose
placche
di
neve
residua
al
di
fuori
delle
aree
glacializzate,
alle
quote
più
elevate
dei
versanti
settentrionali
delle
montagne, dovuta evidentemente agli andamenti termo pluviometrici dell’annata.
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2020
Barison
G.,
Benetton
G.,
Benetton
S.,
Bertinotti
I.,
Bruschi
P.,
Carbone
V.,
Covi
S.,
Greco
G.,
Le
Pera
L.,
Mattiato
M.,
Moreschi
G.,
Rosa
S.,
Rosan
R.,
Sampieri
R.,
Sartori
G.,
Seppi
R.,
Teti
B.,
Tosi
P.,
Zambelli O.
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