Highlights
Nell’
estate
2015,
nei
mesi
di
agosto
e
settembre,
è
stata
effettuata
la
consueta
Campagna
glaciologica
da
parte
degli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(SGAA),
durante
la
quale
sono
stati
controllati
30
ghiacciai
fra
i
più
significativi
dell’intera
Provincia
di
Bolzano,
dalle
Alpi
Venoste alla Valle Aurina.
La
tipologia
dei
rilievi
glaciologici
consiste
essenzialmente
in
una
serie
di
misurazioni
frontali
effettuate
da
segnali
rappresentati
da
punti
fissi
segnali
opportunamente
collocati
e
segnalati,
cui
si
aggiungono
riprese
fotografiche
e
osservazioni
dirette,
il
tutto
finalizzato
ad
una
analisi
delle
condizioni
in
cui
si
sono
venuti
a
trovare
i
diversi
apparati
al
termine
della
stagione
di
ablazione.
Nella
maggioranza
dei
casi
è
stato
possibile
effettuare
le
misure
di
variazione
lineare
in
corrispondenza
dei
segnali
frontali
esistenti,
mentre
in
qualche
caso
si
è
reso
necessario
posizionare
dei
nuovi
segnali
sia
a
causa
della
mancata
reperibilità
dei
precedenti
che
per
le
mutate
condizioni
delle
fronti
(ad
esempio
notevole ritiro).
Proprio
a
causa
dell’arretramento
frontale
e
conseguente
deposito
di
grandi
quantità
di
materiale
detritico,
per
alcune
fronti
risulta
sempre
più
problematico
il
loro
raggiungimento;
a
questo
si
aggiungono
ulteriori
difficoltà
dovute
al
tipo
di
terreno
da
attraversare
(rocce
montonate
anche
in
forte pendenza) e alle portate spesso notevoli, dei torrenti glaciali da attraversare.
Sintesi dei risultati conseguiti
La
notevole
quantità
di
dati
raccolti
e
la
distribuzione
territoriale
dei
ghiacciai
osservati
costituiscono
un
campione
assolutamente
significativo
per
la
interpretazione
dell’andamento
del
glacialismo
per
l’intera
area
montuosa
della
Provincia
di
Bolzano.
I
dati
che
sono
stati
ricavati
e
successivamente
interpretati
hanno
evidenziato
una
situazione
nel
complesso
estremamente
negativa
per
quanto
riguarda
il
bilancio
glaciologico
regionale.
Le
cause
che
appaiono
più
evidenti
sono
da
attribuire
anzitutto
all’andamento
termo
pluviometrico
dell’annata
idrologica
2014/2015,
caratterizzata
da
scarse
precipitazioni
invernali
e
primaverili
e
dall’ondata
anomala
di
caldo
provocata
dalle
frequenti
irruzioni
di
masse
d’aria
di
origine
africana,
contrassegnate
da
temperature
elevate
a
tutte
le
quote
e
a
lungo
persistenti,
in
una
stagione
estiva
che
non
a
torto
è
stata
definita
come
una
delle
più
calde
degli ultimi 150 anni, a dire quasi dalla fine della Piccola Età Glaciale.
Di
conseguenza
i
benefici,
seppure
limitati,
che
la
precedente
annata
aveva
portato,
sono
stati
ampiamente
vanificati
con
la
perdita
per
fusione
di
una
grande
quantità
di
massa
gelata.
Le
conseguenze
più
evidenti
si
sono
manifestate
dunque
con
vistosi
arretramenti
delle
fronti
glaciali,
accompagnati
anche
da
una
consistente
diminuzione
di
spessore
della
massa
glaciale,
specialmente
nelle
parti
meno
elevate
dei
bacini;
il
manto
nevoso
residuo,
parametro
glaciologico
fondamentale,
si
è
presentato
alquanto
ridotto
di
estensione
e,
in
alcuni
casi,
addirittura
assente
o
relegato
nelle
fasce
altimetriche più elevate.
Riguardo
al
ritiro
delle
fronti,
sono
stati
osservati
valori
lineari
complessivamente
compresi
tra
i
4
e
i
40
metri;
in
alcuni
ghiacciai
si
sono
registrati,
ad
esempio
negli
ultimi
5
anni,
ritiri
frontali
di
quasi
150 metri.
Un’altra
vistosa
conseguenza
della
riduzione
dei
ghiacciai
è
rappresentata
dalla
frammentazione
osservata
per
alcuni
corpi
glaciali,
che
ha
portato
al
distacco
di
placche
di
ghiaccio
anche
di
notevoli
dimensioni:
a
tale
riguardo
vale
la
pena
di
ricordare
i
distacchi
del
settore
inferiore
delle
lingue
della
Vedretta Alta (Val Martello) e del ghiacciaio di Rosim (Solda).
Una
ulteriore
modifica
della
topografia
della
superficie
riguarda
la
comparsa
o
l’ampliamento,
anche
vistoso,
delle
finestre
rocciose
ed
un
aumento
di
aree
fortemente
crepacciate
e
seraccate
in
corrispondenza dei cambi di pendenza del letto.
Per
quanto
riguarda
le
aree
periglaciali,
è
stata
rilevata
la
comparsa
(oppure
un
consistente
incremento)
di
laghi
di
varie
forme
e
dimensioni,
oltre
che
l’aumento
del
numero
di
torrenti
subglaciali,
con
notevoli
portate
osservate
durante
i
sopralluoghi,
segnali
evidenti
della
elevata
fusione in atto.
Ulteriore
elemento
sintomatico
della
situazione
è
stato
l’aumento
della
deglaciazione
sulle
pareti
o
lungo
i
canaloni,
cui
si
sono
accompagnati
anche
episodi
di
consistente
franosità
che
hanno
portato
al
deposito di una grande quantità di materiale sulle sottostanti superfici glaciali.
Andamento nivo-meteorologico dell' anno idrologico in Alto Adige
(dati forniti dall' Ufficio Idrografico della Provincia di Bolzano)
Dando
uno
sguardo
alle
condizioni
nivo
–
meteorologiche
dell’annata
2014/2015,
si
possono
riconoscere
facilmente
le
cause
principali
del
deficit
di
bilancio
complessivo
che
consistono
in
un
aumento
generalizzato
delle
temperature
globali
e
quindi
ad
una
ablazione
estiva
particolarmente
forte.
A
questo
si
deve
sommare
un
bilancio
invernale
caratterizzato
da
scarse
precipitazioni
nevose
e
da temperature elevate, seguito da una stagione estiva particolarmente calda.
Nei
mesi
estivi
il
territorio
della
Provincia
di
Bolzano,
dopo
i
mesi
di
marzo
e
aprile
particolarmente
siccitosi,
con
temperature
medie
lievemente
sopra
la
media,
è
stato
interessato,
come
si
è
detto,
nel
mese
di
luglio
da
due
ondate
di
calore
“africano”
con
temperature
elevate
a
tutte
le
quote,
con
temporali
improvvisi
ed
anche
intensi
che,
com’è
noto,
sono
fenomeni
che
contribuiscono
all’ablazione
a causa delle calorie portate dalle precipitazioni liquide all’interno della massa gelata.
Con
il
mese
di
settembre
l’andamento
termico
si
è
leggermente
normalizzato,
anche
se
si
sono
verificate
delle
precipitazioni
anche
nevose
in
alta
quota,
un
evento
sicuramente
benefico
dal
punto
di
vista
glaciologico
sia
per
l’apporto
di
massa
che
per
la
riduzione
dell’ablazione,
che
però
ha
in
parte
condizionato le misurazioni sulle fronti dei ghiacciai.
Conclusioni
Il
bilancio
glaciologico
regionale
è
risultato
alquanto
negativo
per
le
cause
cui
si
è
fatto
cenno,
prima
tra
tutte
l’elevata
temperatura
che
ha
insistito
sul
territorio
per
tempi
prolungati.
Com’è
noto
infatti,
è
sufficiente
una
sola
settimana
di
caldo
intenso,
anche
a
quote
elevate,
per
sciogliere
l’equivalente
di
neve caduta in un mese invernale.
In
sintesi,
i
dati
ricavati
dalla
campagna
glaciologica
2015
non
possono
che
confermare
il
consolidarsi
di una tendenza significativa di riduzione di tutte le masse gelate.
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2015
Barison
G.,
Benetton
S.,
Bertinotti
I.,
Bruschi
P.,
Casagrande
M.,
Corbellini
A.,
Greco
G.,
Le
Pera
L.,
Mattiato
M.,
Molina
C.,
Moreschi
G.,
Pattaro
C.,
Perotti
G.,
Rosa
S.,
Rosan
R.,
Sampieri
R.,
Sartori
G.,
Seppi R., Teti B.
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