Highlights
Nell'estate
2012
è
stata
effettuata
la
Campagna
glaciologica
da
parte
degli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(SGAA),
durante
la
quale
sono
stati
controllati
33
ghiacciai
fra
i
più
significativi
dell'intera
Provincia
Autonoma
di
Bolzano,
dal
Gruppo
dell'Ortles
-
Cevedale
alle
Alpi
Venoste e fino alla Valle Aurina.
I
rilievi
di
campagna
sono
consistiti
principalmente
in
una
serie
di
misure
di
variazione
frontale
effettuate
da
segnali
opportunamente
collocati
sul
davanti
della
fronte
glaciale.Quest
sono
stati
integrati
da
osservazioni
sulle
condizioni
degli
apparati
nel
loro
complesso
e
da
fotografie
riprese
da
stazioni
normalmente
identificate
e
riconosciute,
in
modo
da
consentire
un
confronto
omogeneo
tra
immagini ripetute negli anni.
La
continua
evoluzione
morfologica
del
territorio
ha
reso
sempre
più
disagevole
il
raggiungimento
delle
fronti
glaciali,
per
la
presenza
di
salti
rocciosi
e
rocce
montonate
messe
in
luce
dal
ritiro
del
ghiacciaio e per i sempre più numerosi torrenti che ne hanno reso problematico il guado.
Talvolta
il
riconoscimento
del
margine
del
ghiaccio
è
stato
reso
difficoltoso
soprattutto
a
causa
della
presenza
di
una
sempre
maggiore
quantità
di
materiale
detritico
depositato
dal
ghiacciaio
in
forte
riduzione areale e volumetrica.
Risultati conseguiti
L'ampia
distribuzione
territoriale
dei
ghiacciai
osservati
e
la
notevole
quantità
di
dati
raccolti
per
ciascuno
di
essi
hanno
fornito
un
campione
significativo
per
consentire
una
valutazione
generale
e
indubbiamente significativa dello stato del glacialismo per l'intera area.
La
prima
e
principale
considerazione
che
emerge
dalle
valutazioni
suddette
riguarda
una
situazione
nel
complesso
estremamente
negativa
del
glacialismo
della
regione
che
si
è
concretizzata
nella
riduzione
generalizzata
di
tutti
gli
apparati
ed
un
bilancio
glaciologico
decisamente
negativo,
consolidando
ancora
una
volta
una
tendenza
alla
riduzione
delle
masse
gelate
in
atto
da
parecchi
anni.
Le
evidenze
maggiormente
negative
di
tale
situazione
sono
state
dei
vistosi
arretramenti
delle
fronti
accompagnati
da
una
forte
diminuzione
della
massa
che
si
è
potuta
osservare
fino
alle
quote
più
elevate.
Il
manto
nevoso
residuo,
parametro
glaciologico
fondamentale,
si
è
presentato
alquanto
ridotto, spesso relegato alle fasce altimetriche più elevate e, in alcuni casi completamente assente.
In
alcuni
corpi
glaciali
è
stata
anche
osservata
una
frammentazione
della
massa
che
ha
portato
al
distacco
di
placche
gelate
anche
di
notevoli
dimensioni.
Si
è
verificato
anche
un
vistoso
ampliamento
delle
finestre
rocciose,
un
aumento
di
zone
crepacciate
e
seraccate
e
la
comparsa
o
incremento
di
laghi
di
periglaciali
ed
epiglaciali.
Tra
tutti
l'esempio
più
emblematico
è
fornito
dalla
Vedretta
Alta
(Val
Martello),
un
ghiacciaio
che
ormai
si
sta
avvicinando
ad
una
raccolta
quasi
secolare
di
misure
di
variazione
frontale,
il
cui
settore
inferiore
si
sta
completamente
staccando
dando
luogo
ad
una
massa
di ghiaccio morto destinato ad una più o meno veloce consunzione.
A
completare
il
quadro
negativo
si
è
registrata
anche
una
consistente
deglaciazione
delle
pareti
e
dei
canaloni,
che
ha
determinato
frane
sulle
superfici
glaciali
sottostanti.
Comunque,
il
dato
più
significativo
e
più
evidente
della
deglaciazione
in
atto
riguarda
il
valore
di
arretramento
dei
diversi
apparati
che
può
essere
riportato
ad
un
valore
medio
annuo
compreso
tra
gli
8
e
i
40
metri.
Complessivamente,
per
alcuni
ghiacciai,
si
sono
registrati
valori
medi
di
arretramento
del
margine
frontale
che
negli
ultimi
5
anni,
ha
raggiunto
e
superato
i
quasi
150
metri.
Va
aggiunto
anche
che
in
futuro,
per
talune
unità,
potranno
essere
considerati
valori
negativi
ben
maggiori
nel
caso
di
distacco
ed isolamento delle masse inferiori e frontali.
Andamento nivo-meteorologico dell' anno idrologico in Alto Adige
(dati forniti dall' Ufficio Idrografico della Provincia di Bolzano)
Le
cause
principali
del
deficit
di
bilancio
complessivo
per
i
ghiacciai
sono
imputabili
ad
un
aumento
generalizzato delle temperature globali e quindi ad una ablazione estiva particolarmente forte.
Per
quanto
riguarda
la
stagione
invernale
(di
accumulo)
le
precipitazioni
nevose
sono
state
piuttosto
scarse
e,
d'altro
canto,
si
sono
registrate
temperature
elevate
anche
in
quota.
A
questo
sono
poi
seguite
una
primavera
ed
una
estate
particolarmente
calde.
In
particolare
nei
mesi
estivi
l'intero
territorio
della
Provincia
è
stato
interessato
da
due
ondate
di
calore
"africano",
la
prima
tra
la
fine
di
giugno
e
l'inizio
di
luglio,
la
seconda
alla
fine
del
mese
agosto;
in
tali
periodi
le
temperature
hanno
raggiunto
valori
eccezionali
a
tutte
le
quote
e,
a
tale
proposito,
va
rilevato
che
questi
picchi
termici
non
venivano
registrati
dal
2006,
anche
se
è
bene
ricordare
che
il
record
storico
rimane
quello
dell'estate del 2003, quando si erano superati tutti i record, sia nei valori di picco che nelle medie.
La
prima
nevicata
della
torrida
estate
2012
si
è
avuta
il
31
agosto,
con
la
neve
rimasta
in
superficie
fino
al
3
settembre,
mentre
a
seguito
dell'episodio
nevoso
del
12
settembre
la
neve
era
rimasta
solo
qualche
giorno,
rendendo
quasi
ininfluente
l'interruzione
dei
processi
di
fusione
anche
per
le
fasce
altimetriche più elevate.
Conclusioni
La
situazione
del
glacialismo
per
l'annata
idrologica
2011/2012
è
apparsa
decisamente
critica
su
tutto
il
territorio
della
Provincia
di
Bolzano.
La
perdita
di
massa
complessiva,
anche
se
non
quantificabile,
è
parsa
tuttavia
piuttosto
consistente,
con
un
preoccupante
depauperamento
del
patrimonio
idrico,
stoccato in forma gelata all'interno dei siti glaciali.
A
questo
hanno
concorso
i
due
già
richiamati
aspetti
concomitanti:
le
temperature
particolarmente
elevate, mantenutesi tali per lungo tempo, e la scarsità di apporti nevosi, anche estivi.
Per
avere
una
idea
del
fenomeno
ablativo,
è
sufficiente
infatti
una
sola
settimana
di
caldo
intenso,
anche
a
quote
elevate,
come
si
è
di
fatto
verificato,
per
portare
allo
scioglimento
di
un
equivalente
di
neve
caduta
mediamente
in
un
mese
invernale.
Le
conclusioni
che
si
possono
dunque
trarre
al
termine
della
campagna
glaciologica
2012,
analizzando
i
dati
raccolti,
siano
essi
di
carattere
quantitativo
che
anche
qualitativo,
sono
addirittura
pessime
per
il
bilancio
glaciologico
regionale,
anche per il fatto che si continua nella ormai lunga serie di annate negative.
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2012
Barison
G.,
Bruschi
P.,
Cassina
A.,Da
Re
R.,
Degli
Esposti
PP.,
Fellin
S.,
Greco
G.,
Molina
C.,
Corbellini
A., Pattaro C., Polato A., Rosa S., Rosan R., Sartori G., Scaltriti A.,Seppi R., Sinibaldi R., Todaro A..
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