Highlights
Come
di
consueto,
anche
nell’estate
2017
è
stata
effettuata
la
Campagna
glaciologica
da
parte
degli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(SGAA),
durante
la
quale
sono
stati
controllati
una
trentina
di
ghiacciai
fra
i
più
significativi
dell’intera
Provincia
di
Bolzano,
da
quelli
delle
Alpi
Venoste fino ai più orientali della Valle Aurina.
I
rilievi
che
gli
operatori
glaciologici
eseguono
al
fine
di
valutare
le
condizioni
dei
ghiacciai,
definendone
l’aspetto
quantitativo
oltre
che
qualitativo
presso,
sono
sostanzialmente
costituiti
da
una
serie
di
misurazioni
riferite
a
capisaldi
individuati
da
segnali
dipinti
su
roccia,
da
riprese
fotografiche
e
da
osservazioni
dirette
sulle
condizioni
generali
sia
della
massa
gelata
che
del
contesto
ambientale
circostante (margine proglaciale e bacino orografico di contenimento).
Un
fattore
riscontrato
anche
in
questa
campagna,
ma
che
già
si
è
andato
manifestando
nel
corso
degli
ultimi
anni,
riguarda
la
sempre
maggiore
difficoltà
a
raggiungere
le
fronti
glaciali,
principalmente
a
causa
della
aumentata
presenza
di
materiale
morenico
derivante
dal
deposito
glaciale
conseguente
al
ritiro
delle
fronti,
cui
si
aggiungono
le
difficoltà
di
operare
su
rocce
montonate
(e
levigate)
sempre
più
estese
e,
non
ultimo,
le
considerevoli
portate
dei
torrenti
glaciali,
nonostante
si
cerchi
di
scegliere
periodi più idonei dal punto di vista termico.
Infine,
ultimo
ma
non
ultimo
elemento
condizionante
per
l’analisi
delle
condizioni
locali,
la
presenza
di
neve
fresca
alle
diverse
quote
che
nella
prima
parte
del
mese
di
Settembre
ha
limitato
una
chiara
osservazione delle condizioni per taluni apparati.
Sintesi dei risultati conseguiti
Complessivamente
i
risultati
delle
osservazioni
hanno
evidenziato
una
situazione
estremamente
negativa
dello
stato
di
salute
degli
apparati
glaciali,
imputabile
sostanzialmente
alle
scarse
precipitazioni
invernali
e
primaverili
e
da
un
periodo
estivo
particolarmente
siccitoso,
con
temperature
elevate a tutte le quote e per un periodo eccezionalmente lungo.
Le
suddette
condizioni
hanno
portato
ad
un
bilancio
di
massa
estremamente
negativo,
valutabile
più
che
quantitativamente
(per
questo
sarebbero
servite
misure
di
variazione
di
spessore
della
massa),
dal punto di vista qualitativo, a parte le indicazioni ricavate dalle misure di arretramento frontale.
Proprio
queste
dinamiche
di
arretramento
delle
fronti
sono
state
riscontrate
nella
maggioranza
dei
ghiacciai
osservati
e,
comunque,
anche
sulla
base
di
confronti
fotografici
con
immagini
di
annate
precedenti,
è
stato
possibile
osservare
una
consistente
diminuzione
della
massa
gelata
sia
per
la
contrazione delle superfici in prossimità delle pareti rocciose che per l’abbassamento delle superfici.
Altro
elemento
importante
di
valutazione
ha
riguardato
l’estensione
del
manto
nevoso
residuo
e
quella
del
nevato.
Riguardo
alla
neve
vecchia
si
è
praticamente
rilevata
una
sua
quasi
totale
assenza,
e
le
superfici di nevato hanno mostrato una sostanziale diminuzione.
Tradotto
in
termini
di
bilancio
di
massa
si
può
affermare
che
i
corpi
glaciali
si
sono
venuti
a
trovare
con
l’intera
superficie
al
di
sotto
del
limite
della
neve,
diventando
quindi
totalmente
dei
bacini
di
ablazione, e conseguentemente senza alcuna area di accumulo.
In
alcuni
casi
è
stata
osservata
anche
una
frammentazione
dei
corpi
glaciali,
per
la
parte
costituita
da
ghiaccio
vivo,
con
conseguente
distacco
di
masse
gelate
anche
di
notevoli
dimensioni.
A
riguardo,
particolarmente
evidente
il
fenomeno
che
ha
interessato
le
lingue
della
Vedretta
Alta
(Val
Martello)
e
quella
di
Rosim
(Solda).
Da
segnalare
pure
un
aumento
di
zone
crepacciate
e
seraccate
in
corrispondenza dei cambi di pendenza del letto.
Anche
l’idrografia
nelle
aree
epiglaciali
è
parsa
alquanto
modificata,
anche
a
causa
dell’aumento
dei
torrenti,
tra
l’altro
con
portate
a
volte
notevoli,
fenomeno
questo
significativo
della
forte
perdita
di
massa
vista
l’assenza
di
neve
residua.
Altro
rilevante
fenomeno
osservato
è
stata
la
comparsa
o
l’aumento
di
superficie
di
alcuni
laghi
proglaciali.
Infine
si
è
notata
una
forte
deglaciazione
di
pareti
e
canaloni
che
in
molti
casi
ha
determinato
un
evidente
fenomeno
di
franosità
sulle
superfici
glaciali
sottostanti, con consistenti accumuli di detriti ai margini delle masse glaciali.
Andamento nivo-meteorologico dell' anno idrologico in Alto Adige
(dati forniti dall' Ufficio Idrografico della Provincia di Bolzano)
Come
si
è
detto,
le
cause
principali
del
deficit
di
bilancio
complessivo
sono
imputabili
all’andamento
termopluviometrico,
caratterizzato
da
un
aumento
generalizzato
delle
temperature
globali
e
quindi
ad
una
ablazione
estiva
particolarmente
forte.
A
questo
si
è
aggiunto
un
bilancio
invernale
caratterizzato
da
scarse
precipitazioni
nevose
e
da
temperature
più
elevate
della
media,
come
del
resto
testimoniato
dai
dati
forniti
dall’Ufficio
Idrografico
della
Provincia
di
Bolzano
a,
seguito
da
una
stagione
estiva
particolarmente calda e siccitosa.
Sulla
base
di
queste
considerazioni
si
può
senz’altro
affermare
che
l’estate
2017
passerà
alla
storia
come una delle più calde degli ultimi 150 anni.
Con
il
mese
di
Settembre
2017,
si
è
tornati
a
temperature
piuttosto
basse,
in
linea
con
le
medie
stagionali,
con
poco
sole
e
precipitazioni
anche
nevose
in
alta
quota.
Tuttavia
le
condizioni
di
innevamento non hanno evitato ulteriori evidenti processi di fusione.
Conclusioni
La
situazione
complessiva
del
glacialismo
è
apparsa
decisamente
negativa
su
tutto
il
territorio
della
Provincia
di
Bolzano
dovuta,
come
si
è
visto,
alle
anomalie
climatiche
dell’annata
idrologica
2016
–
2017.
In
sintesi,
la
causa
principale
cui
si
deve
il
bilancio
di
massa
glaciale
negativo
riscontrato
in
Alto
Adige,
si
configura
nella
scarsità
di
precipitazioni
e
nelle
temperature
particolarmente
elevate,
mantenutesi tali per lunghi periodi, con conseguente quota elevata dello zero termico.
In
conclusione,
sulla
base
delle
rilevazioni
effettuate
nella
campagna
glaciologica
2017,
si
deve
rendere
atto
di
come
l’annata
conclusa
abbia
prodotto
un
risultato
assolutamente
negativo
per
il
glacialismo
della
Regione,
consolidando,
o
meglio
incrementando
la
tendenza
alla
riduzione
delle
masse gelate in atto da parecchi anni e la modifica sempre più evidente del paesaggio d’alta quota.
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2017
Barison
G.,
Benetton
S.,
Bertinotti
I.,
Covi
S.,
Bruschi
P.,
Greco
G.,
Le
Pera
L.,
Mattiato
M.,
Montesani
G., Moreschi G., Perotti G., Rosa S., Rosan R., Sampieri R., Saccon G., Sartori G., Seppi R., Zambelli O.
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