Highlights
Nel
mese
di
Settembre
2018
si
è
conclusa
la
Campagna
glaciologica
portata
a
termine,
come
di
consueto,
dagli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(SGAA).
Si
tratta,
com’è
noto,
di
una
attività
di
monitoraggio
finalizzata
al
rilievo
delle
condizioni
dei
maggiori
ghiacciai
della
Provincia
di
Bolzano
fornendo
una
indicazione
soprattutto
qualitativa
sul
bilancio
glaciologico
della
regione.
Sono
stati
controllati
circa
40
ghiacciai
alle
fronti
dei
quali
sono
state
effettuate
una
serie
di
misurazioni
per
valutarne
l’arretramento,
corredate
da
riprese
fotografiche
e
osservazioni
rivolte
a
valutare
lo
stato
di
salute
dei
diversi
apparati.
Uno
dei
principali
parametri
osservati
ha
riguardato
la
quantità
di
neve
vecchia
(o
nevato)
presente
sulla
superficie
al
fine
di
poter
fare
una
valutazione,
quanto
meno
qualitativa,
circa
l’andamento
del
bilancio
di
massa
glaciale
al
termine
della
stagione
estiva
(di
ablazione).
Particolarmente
importante
ai
fini
della
visione
complessiva
della
situazione
si
è
dimostrato
il
sorvolo
aereo
realizzato
nel
mese
di
agosto,
per
la
ripresa
di
foto
stereo-prospettiche
e
di
prossimità
di
gran
parte
dei
ghiacciai
con
le
quali
si
è
potuto
fare
una
migliore
e
più
approfondita
valutazione della situazione.
Riguardo
ai
sopralluoghi
a
terra,
è
stata
rilevata,
da
parte
degli
operatori,
la
situazione
di
una
crescente
difficoltà
per
il
raggiungimento
delle
fronti
a
causa
delle
notevoli
modifiche
ambientali
generate
dalla
fase
in
atto
di
forte
arretramento
e
riduzione
del
ghiaccio.
Gli
ambienti
da
risalire
si
sono
dimostrati,
oltre
che
difficili,
anche
rischiosi
a
causa
degli
ostacoli
posti
dalla
risalita
di
ripide
rocce
montonate,
attraversamenti
di
alvei
dei
torrenti
glaciali,
con
portate
talvolta
impetuose
e
per
la
presenza
di
una
sempre
maggiore
quantità
di
materiale
detritico,
spesso
in
equilibrio
precario,
con
un
accentuato rischio di frane.
Sintesi dei risultati conseguiti
Come
confermato
dal
Servizio
Meteo
della
Provincia
di
Bolzano,
l’estate
2018
è
stata
definita
una
delle
più
calde
degli
ultimi
150
anni,
con
valori
di
temperatura
compresi
tra
1
e
1,5
°C
al
di
sopra
della
media di lungo periodo, e con ondate di calore che si sono spinte fino alle quote più elevate.
Anche
dal
punto
di
vista
pluviometrico
la
situazione
è
stata
nettamente
sfavorevole
per
i
ghiacciai
in
quanto
dopo
un
inverno
caratterizzato
da
abbondanti
precipitazioni,
i
mesi
di
Giugno
e
Luglio
sono
risultati
particolarmente
secchi.
Anche
l’andamento
termo
pluviometrico
del
mese
di
Settembre
ha
contribuito
al
depauperamento
delle
masse
gelate
a
causa
delle
scarse
precipitazioni
e
delle
temperature
miti.
Infine,
anche
la
modesta
precipitazione
nevosa
dei
primi
giorni
di
Ottobre
(inizio
della
annata
idrologica
2018/2019)
ha
fermato
temporaneamente
l’ablazione
che,
comunque
è
ripresa
fortemente nel periodo successivo.
L’effetto
più
evidente
rilevato
sulle
superfici
glaciali
è
stata
la
riduzione,
talvolta
veramente
impressionante,
delle
aree
di
accumulo,
con
l’evidente
quasi
totale
esaurimento
della
neve
vecchia
e
la
messa
in
luce
degli
strati
di
nevato
delle
annate
precedenti.
Una
situazione,
questa
che,
come
si
è
detto,
rappresenta
un
significativo
indice
qualitativo
di
un
bilancio
di
massa
fortemente
negativo,
per
tutti gli apparati controllati.
Un
ulteriore
dato
che
avvalora
una
simile
situazione
riguarda
la
forte
diminuzione
complessiva
dellr
masse
glaciali
(abbassamento
delle
superfici)
e
i
consistenti
arretramenti
delle
fronti.
La
diminuzione
di
spessore
delle
masse
ha
dato
origine
alla
emersione
di
nuove
finestre
rocciose
o
all’ampliamento
di
quelle
già
esistenti
che
hanno
contribuito
ad
aumentare
la
percezione
dello
stato
critico
in
cui
si
trovano
i
ghiacciai.
Per
alcuni
di
essi
l’arretramento
lineare
delle
fronti
è
parso
tuttavia
nel
complesso
limitato,
ma
in
compenso
talvolta
si
è
osservata
una
sensibile
fratturazione
della
massa
di
ghiaccio
che
ha
interessato
i
settori
inferiori
e
frontali.
A
tutto
ciò
si
è
accompagnato
anche
un
evidente
rimodellamento
del
detrito
sia
galleggiante
che
di
quello
deposto
nelle
nuove
aree
periglaciali
in
via
di
ampliamento,
talvolta
in
quantità
così
elevata
da
mascherare
il
contorno
inferiore
del
ghiaccio
e
renderne quindi difficoltosa l’identificazione.
Significativi
sono
risultati
i
distacchi,
ormai
definitivi,
delle
porzioni
terminali
delle
lingue
di
alcuni
ghiacciai,
con
l’isolamento
di
masse
di
ghiaccio
morto,
non
più
alimentato,
in
via
di
lenta
quanto
definitiva
fusione.
Alcuni
degli
esempi
più
significativi
sono
quelli
forniti
dalla
Vedretta
Alta
e
dal
Ghiacciaio del Rosim, ormai con la fronte decisamente al di sopra del costone roccioso .
Anche
le
parti
più
elevate
dei
bacini
glaciali
hanno
risentito
della
forte
ablazione
che,
sommata
a
quella
dell’annata
precedente,
ha
portato
ad
una
sensibile
deglaciazione
delle
pareti
e
dei
canaloni
sovrastanti,
che,
perdendo
la
copertura
gelata,
sono
andati
caricandosi
sempre
più
di
materiale
detritico,
destinato
ovviamente
a
franare.
Significativo
anche
la
fase
di
esaurimento
del
permafrost
che,
grazie
al
rilievo
aereo
effettuato,
è
stata
documentata
dalla
notevole
portata
dei
torrenti
in
uscita
da alcuni rock glacier.
Infine,
è
stata
rilevata
la
comparsa
di
nuovi
laghi
epiglaciali
o
periglaciali
e
l’incremento
areale
di
quelli
preesistenti,
anche
per
l’alimentazione
fornita
dai
torrenti
che
vi
hanno
convogliato
quantità
di
acque di fusione veramente notevoli.
Conclusioni
La
situazione
del
glacialismo
è
apparsa
decisamente
critica
su
tutto
il
territorio
della
Provincia
di
Bolzano,
a
causa
dell’andamento
termo
pluviometrico
dell’annata
2017/2018
che
ha
fatto
registrare
una anomalia termica mai riscontrata negli ultimi 150 anni.
La
quantità
e
la
qualità
dei
dati
conclusivi
raccolti
nel
corso
della
campagna
glaciologica
2018,
consente
di
affermare
con
certezza
come
l’annata
appena
conclusasi
abbia
portato
ad
un
bilancio
assolutamente
negativo
che
pare
consolidare
la
tendenza
alla
riduzione
delle
masse
in
atto
da
parecchi
anni
per
i
ghiacciai
della
Provincia
di
Bolzano,
ma
non
solo
come
evidenziano
le
più
recenti
cronache glaciologiche.
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2018
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