Highlights
Nell’
estate
2016
è
stata
effettuata
la
consueta
Campagna
glaciologica
da
parte
degli
operatori
del
Servizio
Glaciologico
del
CAI
Alto
Adige
(SGAA),
durante
la
quale
sono
stati
controllati
circa
40
ghiacciai, scelti tra i più significativi dell’intera Provincia di Bolzano.
Il
monitoraggio
è
consistito
essenzialmente
in
una
serie
di
misurazioni
frontali,
corredate
da
riprese
fotografiche
e
osservazioni
rivolte
a
valutare
lo
stato
di
salute
dei
diversi
apparati,
come
ad
esempio
il
parametro
AAR
(rapporto
tra
bacino
di
accumulo
e
area
totale),
al
fine
di
avere
una
indicazione
di
massima
sul
bilancio
di
massa.
Particolarmente
importante
ai
fini
della
visione
complessiva
della
situazione
si
è
dimostrato
il
sorvolo
aereo
realizzato
nel
mese
di
Settembre
durante
il
quale
si
sono
effettuate prese fotografiche significative, anche di tipo stereo prospettico.
Riguardo
ai
sopralluoghi
sul
campo,
è
opportuno
segnalare
come
risulti
sempre
più
problematico,
e
persino
talvolta
rischioso,
il
raggiungimento
delle
fronti
glaciali.
Questo
a
causa
delle
consistenti
riduzioni
di
area
e
di
spessore
cui
sono
state
soggette
le
masse
gelate
e
che
hanno
determinato
la
presenza
di
una
sempre
maggiore
quantità
di
materiale
detritico,
anche
in
condizioni
di
equilibrio
precario,
nonché
a
causa
dei
percorsi
su
ripide
rocce
montonate,
ed
attraversamenti
di
alvei
dei
torrenti glaciali, con portate talvolta impetuose.
Continua con ottimi risultati l' attività didattica a favore delle scuole sia in aula sia sul terreno.
Sintesi dei risultati conseguiti
I
risultati
delle
osservazioni
hanno
mostrato
una
situazione
nel
complesso
estremamente
negativa
dello
stato
di
salute
degli
apparati
glaciali,
a
seguito
di
una
annata
caratterizzata
da
una
stagione
di
accumulo
con
scarse
precipitazioni
da
una
stagione
estiva
con
temperature
elevate
a
tutte
le
quote,
che
si
sono
prolungate
per
periodi
anche
lunghi.
Dai
diversi
dati
a
disposizione,
infatti,
l’estate
2016
(come
pure
quella
precedente
2015)
è
stata
definita
una
delle
più
calde
degli
ultimi
150
anni.
L’effetto
più
evidente
sulle
superfici
glaciali
è
stata
la
riduzione,
talvolta
veramente
impressionante,
delle
aree
di
accumulo,
che
spesso
hanno
mostrato
un
quasi
totale
esaurimento
della
neve
vecchia
e
la
messa
in
luce
degli
strati
di
nevato
delle
annate
precedenti.
A
causa
di
questo,
si
è
potuto
facilmente
diagnosticare,
se
pure
in
maniera
qualitativa,
un
bilancio
di
massa
fortemente
negativo,
per
tutti
gli
apparati controllati.
Ulteriori
conseguenze
di
tale
bilancio
glaciologico
fortemente
negativo,
sono
consistite
in
una
forte
diminuzione
complessiva
della
massa
glaciale
e
in
consistenti
arretramenti
delle
fronti.
La
diminuzione
di
spessore
della
massa
gelata
ha
dato
origine
alla
emersione
di
nuove
finestre
o
all’ampliamento
di
quelle
già
esistenti.
Per
alcuni
ghiacciai
l’arretramento
lineare
delle
fronti
è
parso
tuttavia
nel
complesso
limitato,
ma
in
compenso
talvolta
si
è
osservata
una
sensibile
fratturazione
del
ghiaccio
e
conseguente
frammentazione
della
massa
che
ha
interessato
i
settori
inferiori
e
frontali.
A
tutto
ciò
si
è
accompagnato
anche
un
evidente
rimodellamento
del
detrito
sia
galleggiante
che
di
quello
deposto
nelle
nuove
aree
periglaciali
in
via
di
ampliamento,
talvolta
in
quantità
così
elevata
da
mascherare
il
contorno inferiore del ghiaccio e renderne quindi difficoltosa l’identificazione.
Significativi
sono
risultati
i
distacchi,
ormai
definitivi,
delle
porzioni
terminali
delle
lingue
della
Vedretta
Alta
e
quella
del
Ghiacciaio
del
Rosim,
andando
a
formare
delle
masse
di
ghiaccio
morto
in
via di lenta quanto definitiva fusione.
Anche
le
parti
più
elevate
dei
bacini
glaciali
hanno
risentito
della
forte
ablazione
che,
sommata
a
quella
dell’annata
precedente,
ha
portato
ad
una
sensibile
deglaciazione
delle
pareti
e
dei
canaloni
sovrastanti,
che,
perdendo
la
copertura
gelata,
sono
andati
caricandosi
sempre
più
di
materiale
detritico, destinato ovviamente a franare.
Infine,
è
stata
rilevata
la
comparsa
di
laghi
epiglaciali
o
periglaciali
l’incremento
areale
di
quelli
preesistenti,
anche
per
l’alimentazione
fornita
dai
torrenti
che
vi
hanno
convogliato
quantità
di
acque
di fusione veramente notevoli.
In
sintesi,
il
glacialismo
regionale
si
è
venuto
a
trovare
in
una
condizione
di
forte
scompenso
(in
senso
ovviamente negativo) a causa delle condizioni meteoclimatiche dell’annata 2015/2016.
Andamento nivo-meteorologico dell' anno idrologico in Alto Adige
(dati forniti dall' Ufficio Idrografico della Provincia di Bolzano)
Come
si
è
detto,
le
cause
principali
del
deficit
di
bilancio
complessivo
sono
imputabili
ad
un
aumento
generalizzato
delle
temperature
globali
e
quindi
ad
una
ablazione
estiva
particolarmente
forte.
Tutto
ciò
causato
da
un
bilancio
invernale
caratterizzato
da
scarse
precipitazioni
nevose
e
da
temperature
elevate, seguito da una stagione estiva particolarmente calda.
Complessivamente
dal
punto
di
vista
termico
l’estate
2016,
nell’intera
Provincia,
è
stata
sicuramente
calda,
anche
senza
le
lunghe
ondate
di
calore
africano
riscontrate
nel
2015,
comunque
spingendo
gli
effetti negativi delle ondate di calore fino alle quote più elevate.
Le
scarse
precipitazioni
e
le
temperature
miti
di
settembre
hanno
contribuito
ad
incrementare
i
processi ablativi, con significativa perdita di massa.
Da
segnalare
inoltre
l’arrivo
nel
mese
di
Aprile
di
un’ondata
di
calore
caratterizzata
da
venti
sciroccali
che hanno trasportato sabbia del Sahara, depositandola sulle superfici glaciali.
Conclusioni
La
situazione
del
glacialismo
è
apparsa,
come
si
può
evincere
dalle
considerazioni
sopra
riportate,
decisamente
critica
su
tutto
il
territorio
della
Provincia
di
Bolzano.
In
sintesi,
la
causa
principale
cui
si
deve
il
bilancio
di
massa
glaciale
negativo
riscontrato
in
Alto
Adige
si
configura
nelle
temperature
particolarmente elevate e nelle scarse precipitazioni.
La
quantità
di
dati
conclusivi
raccolti
nel
corso
della
campagna
glaciologica
2016,
consente
di
affermare
con
certezza
che
anche
l’annata
idrologica
2015
/
2016
abbia
prodotto
un
risultato
assolutamente
negativo
per
il
glacialismo
della
Regione,
contribuendo
in
modo
significativo
a
consolidare
quella
tendenza
alla
riduzione
delle
masse
gelate
in
atto
da
parecchi
anni.
Una
situazione
che, come si può facilmente intuire, si estende all’intero arco alpino, e non solo.
Il responsabile:
Pietro Bruschi
Il coordinatore scientifico:
Franco Secchieri
Operatori del SGAA che hanno partecipato alla Campagna Glaciologica 2016
Barison G., Benetton S., Bertinotti I., Bruschi P., Greco G., Le Pera L., Mattiato M., Moreschi G.,
Rosa S., Rosan R., Sampieri R., Sartori G., Scaltriti A., Seppi R., Tosi P., Zambelli O.
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