Vedretta di Vallelunga
Toponimi:
Langtaufer Ferner, Gepatsch Ferner;
Gruppo Montuoso:
Alpi Venoste
Numero ghiacciaio:
CGI-777 (I4L00112904)
Bacino idrografico:
Vallelunga, Adige
Coordinate UTM:
32TPS 3210 8690
Tipo:
Ghiacciaio vallivo, bacino composto
Esposizione Prevalente:
Nord-Ovest
Ritiro ultimo anno: -55m
Ritiro dal 2007: -394m
Note:
Esteso
ghiacciaio
molto
allungato
che
scende
dalla
Palla
Bianca
in
direzione
nord
ovest
nella
testata
della Vallelunga verso il rifugio Pio XI, caratterizzato da un’ estesa lingua di ghiaccio morto.
Il
ghiacciaio
appare
in
forte
regresso,
specie
in
spessore,
con
una
leggera
copertura
di
neve
recente;
si
aggrava
la
tendenza
alla
suddivisione
nei
rami
un
tempo
coalescenti,
tanto
che
il
ghiacciaio
è,
ormai,
bipartito:
sempre
più
smagrita,
soprattutto
ai
lati, e concava la lingua.
Consistente
e
turgido
il
bacino
collettore,
favorito
dalla quota e dall'esposizione Nord.
Nella
forra
sotto
la
fronte,
la
lingua
di
ghiaccio
morto è quasi scomparsa.
Quasi
del
tutto
distaccata
la
colata
della
seraccata
del Gepatsch Ferner
2013
(Operatori: Scaltriti A.)
L'apparato,
al
momento
del
rilievo,
mostra
una
leggera
copertura
di
neve
recente;
continua
e
si
aggrava
la
tendenza
alla
suddivisione
nei
rami
un
tempo
coalescenti,
tanto
che
il
ghiacciaio
è,
ormai,
bipartito:
sempre
più
smagrita,
soprattutto
ai
lati,
e
concava
la
lingua;
consistente
e
turgido
il
bacino
collettore,
favorito
dalla
quota
e
l'esposizione
Nord.
Un
piccolo
corso
d'acqua
fuoriesce
in
sx
idrografica.
verso
la
fronte.
Sul
ghiacciaio
si
notano
coni
detritici
e,
nella
forra
sotto
la
fronte,
una
lingua
di
ghiaccio
morto più ridotta rispetto al passato.
2012
(Operatori: Scaltriti A.)
Continua
e
si
aggrava
la
tendenza
alla
suddivisione
nei
rami
un
tempo
coalescenti,
tanto
che
il
ghiacciaio
è,
ormai,
bipartito:
sempre
più
smagrita,
soprattutto
ai
lati,
e
concava
la
lingua;
consistente
e
turgido
il
bacino
collettore.
Un
corso
d'acqua
esce
sulla
sinistra
idrografica.
Sulla
superficie
si
notano
mulini
glaciali
in
disfacimento
e,
nella
forra
sotto
la
fronte,
una
estesa
lingua
di
ghiaccio
morto.
Si
notano,
rispetto
al
passato,
grandi
masse
detritiche
prima
poggianti
sul
ghiaccio
morto
ai
lati
della
lingua,
ed
ora
non
più
legate
dal
gelo,
probabilmente
per
le
piogge
fino
ad
alta
quota
della
seconda metà dell'estate.
2011
(Operatori: Scaltriti A.)
L’
intero
apparato
glaciale
tende
a
suddividersi
in
3
rami,
un
tempo
coalescenti.
Mentre
il
bacino
collettore
appare
consistente,
la
lingua
appare
sempre
più
smagrita,
soprattutto
ai
lati,
e
concava.
Sulla
superficie
si
notano
mulini
glaciali
e,
nella
forra
sottostante
la
fronte,
un’
estesa
lingua
di
ghiaccio morto.
2010
(Operatori: Scaltriti A.)
L’
apparato
presenta
evidenti
segni
di
riduzione,
soprattutto
ai
lati
mentre
il
bacino
collettore
appare
sempre
consistente
e
turgido.
Un
notevole
corso
d’
acqua
esce
da
una
bocca
sulla
destra
orografica
della
fronte.
Sulla
superficie
si
notano
una
notevole
copertura
detritica
e
mulini
glaciali,
inoltre
una
lingua
di
ghiaccio
morto
si
nota
nell’
area
proglaciale.
2009
(Operatori: Scaltriti A.)
Il
ghiacciaio
mostra
una
superficie
notevolmente
crepacciata,
sempre
più
smagrita,
soprattutto
ai
lati,
nonostante
un
bacino
collettore
che
si
mantiene
consistente
e
turgido,
favorito
dall’
alta
quota
e
dall’
esposizione
a
nord.
Nel
bacino
di
ablazione
si
notano
piramidi
di
detriti,
mulini
glaciali
e,
nella
forra
sottostante
le
fronte,
un’
estesa
lingua
di
ghiaccio morto.
2008
(Operatori: Scaltriti A.)
Altre immagini
Immagini storiche
1917
2016
2007
1892
Leggera
copertura
di
neve
recente,
di
ordine
centimetrico
oltre
circa
3000
m;
pare
del
tutto
estinta
la
neve
vecchia,
almeno
sulla
lingua
fino
almeno
a
3000
m;
colpisce
innanzitutto
un
ingente
calo
volumetrico
che
ha
abbassato
la
lingua
glaciale
di
almeno
una
trentina
di
metri;
la
lingua
ablatrice
ha
subito
in
tre
anni
un
regresso
imponente
indicato
dai
segnali.
Nella
forra
sotto
la
fronte,
la
lingua
di
ghiaccio morto è del tutto scomparsa.
Del
tutto
distaccata
la
colata
della
seraccata
del
Gepatsch Ferner.
2016
(Operatori: Scaltriti A.)
2010
Nonostante
una
leggera
copertura
di
neve
recente,
di
ordine
centimetrico
oltre
circa
3000
m
di
quota
il
giorno
del
sopralluogo,
si
è
potuto
rilevare
la
quasi
totale
assenza
della
neve
vecchia,
almeno
sulla
lingua
fino
almeno
a
3000
m.
Una
delle
modifiche
più
evidenti
della
grande
lingua
era
l’ingente
calo
volumetrico,
oltre al forte arretramento della fronte.
È
parsa
in
aumento
la
crepacciatura
con
la
formazione
di
tipiche
forme
di
collassamento
dovuto
alla
presenza
di
cavità
subglaciali.
In
evoluzione
anche
la
morfologia
morenica
sia
per
le
morene
galleggianti
che per quelle deposte e collassata l’antica morena laterale dx tanto da aprire una voragine (calderone?).
Forte
l’ablazione
in
atto
che
determinava
un
notevole
ruscellamento
sia
nel
ghiacciaio
che
per
quanto
riguardava
il
soprastante
Gepatsch
Ferner,
la
cui
seraccata
mostrava
evidenti
segni
di
diminuzione
volumetrica.
2018
(Operatori: Scaltriti A.)
La
presenza
di
una
leggera
copertura
di
neve
recente,
di
ordine
centimetrico
oltre
i
3.000
m
non
ha
consentito
di
interpretare
chiaramente
il
limite
superiore
della
neve
vecchia
/
nevato.
Sotto
tale
quota
comunque
non
vi
era
evidenza
di
masse
gelate
residue
sulla
superficie
del
ghiacciaio.
La
morfologia
del
settore
inferiore
della
lingua
confermava
la
situazione
di
forte
riduzione
volumetrica,
accompagnata
da
un
altrettanto
ingente
arretramento.
Queste
dinamiche
continuano
a
favorire
la
morfologia
sempre
più
accentuata
della
morena
mediana
fortemente
in rialzo rispetto alla superficie scoperta del ghiaccio.
Tra
la
morena
laterale
dx
e
la
lingua
principale
si
è
allargata
ed
approfondita
la
voragine
già
segnalata
nel
2018,
tanto
da
mettere
in
luce
il
fondo
roccioso,
percorso
dal
torrente
glaciale
proveniente
dal
sovrastante
Gepatsch
Ferner,
che
ha
contribuito
certamente
ai
notevoli
crolli
succedutisi in questo settore.
Il
giorno
del
sopralluogo
si
poteva
osservare
un
consistente
fenomeno
ablativo
anche
per
quanto
riguardava
il
soprastante
Gepatsch
Ferner,
la
cui
seraccata
prosegue
nella diminuzione volumetrica.
2019
(Operatori: Scaltriti A.)
2020
Il
ghiacciaio
nel
suo
complesso
ha
evidenziato
uno
stato
di
forte
riduzione
con
un
significativo
valore
di
arretramento
frontale:
-
39
metri
dal
2019.
La
quota
minima
della
fronte
è stata misurata a 2.530 metri circa.
Il
giorno
del
sopralluogo
era
presente
un
leggero
strato
di
neve
recente
fino
alla
quota
di
circa
3.000
metri.
Si
è
potuto
valutare
ugualmente
il
limite
altimetrico
della
neve
vecchia mediamente sopra i 3.100 m di quota.
Evidente
la
consistente
modifica
morfologica
del
settore
frontale
che
presentava
un
ingente
calo
volumetrico
della
lingua
con
conseguente
un
forte
regresso
della
fronte.
A
causa
dell’arretramento
il
bordo
del
ghiaccio
si
sta
avvicinando
alla
voragine
provocata
dal
crollo
del
2018
di
un consistente settore della lingua.
All’interno
era
ben
visibile
il
fondo
roccioso
con
il
torrente
glaciale
proveniente
dal
Gepatsch
Ferner
soprastante,
interessato da una consistente portata.
Evidente
la
riduzione
volumetrica
del
corpo
glaciale
causata
dalla
forte
ablazione
riguardante
anche
il
soprastante
Gepatsch
Ferner,
la
cui
area
seraccata
ha
evidenziato
una
ulteriore diminuzione.
2021
(Operatori: Scaltriti A.)
2022
(Operatori: Scaltriti A.)
Il
giorno
del
sopralluogo
era
presente
una
leggera
copertura
di
neve
recente,
di
ordine
centimetrico
<
10
cm
oltre
circa
2600
m;
presumibilmente
assente
la
neve
vecchia,
anche
se
non
visibili
i
settori
più
alti
del
ghiacciaio. Dalle foto aeree si può desumere un ELA superiore ai 3200 metri di quota.
E’
proseguita
anche
questa
annata
un
ingente
calo
volumetrico
della
lingua
per
la
quale
è
stato
misurato
anche
un
regresso
pluridecametrico
imponente,
accentuato
anche
dalla
evoluzione
del
grande
crollo
circolare
del
ghiaccio.
La
fronte
attiva
è
arretrata
fino
al
bordo
superiore
della
voragine
segnalata
nel
2018
tra
la
morena
laterale
dx
(quasi
scomparsa
-
tranne
una
piccola
placca)
e
la
lingua
principale;
ai
suoi
lati
persistono
due
cordoni
glaciali,
dei
quali
quello
settentrionale
la
connette
ad
una
spessa
arcata
glaciale
abbandonata
in
disfacimento,
mentre
quello
meridionale
la
connette
ad
una
spessa
placca
di
ghiaccio,
precedentemente a contatto con la morena di sinistra orografica.
In
via
di
distacco
dalla
colata
principale
il
flusso
proveniente
dall’alto
e
riparato
bacino
sottostante
la
parete
Ovest
della
Palla
Bianca.Notevolmente
estesa
la
copertura
della
lunga
morena
mediana
di
separazione
con
la
colata
proveniente
dal
Gepatsch
Ferner
(Ghiacciaio
della
Croda).
In
riduzione
l’area
seraccata
di
collegamento
tra
i
due
ghiacciai.
Il
giorno
del
sopralluogo
si
presentava
consistente
la
portata
del
torrente
glaciale.
2023
(Operatori: Scaltriti A.)
Leggera
copertura
di
neve
recente,
di
ordine
centimetrico
<
10
cm
oltre
circa
3000
m;
limite
della
neve
vecchia
(da
foto
aerea)
sopra
i
3250
m.
Notevole
il
calo
volumetrico
della
lingua
glaciale
la
cui
fronte
è
arretrata
di
ben
450
metri
negli
ultimi
due
anni
anche
a
causa
del
crollo
frontale
del
2018
che
ha
accelerato
la
fusione
della
massa
gelata
frontale.
Ai
lati
del
settore
inferiore
della
lingua
permangono
i
residui
dei
passati
due
cordoni
glaciali
definiti
dalle
morene
mediane,
dei
quali
quello
settentrionale
si
è
definitivamente
isolato
mentre
quello
meridionale
(sinistra)
è
ancora
collegato
dal
ghiaccio
ricoperto
da
morena. Notevole diminuzione della massa della parte destra della lingua completamente ricoperta da
Si
stima
per
difetto
un
calo
di
spessore
di
non
meno
di
50
m
negli
ultimi
15
anni
tra
il
torrente
ablatore
attuale,
ove
scorreva
la
lingua
glaciale,
e
i
resti
del
ghiaccio
sepolto
in
fase
di
forte
disfacimento
per
le
elevate temperature persistenti, morena galleggiante.
Le
finestre
rocciose
aumentano
di
estensione
a
causa
della
consistente
riduzione
volumetrica.
Consistente
uscita
di
acqua
in
atto
dalla
bocca
del
ghiacciaio,
imponente
quella
del
soprastante
Gepatsch
Ferner,
la
cui
seraccata
prosegue
nella
diminuzione
volumetrica.
Notevole
il
numero
di
frane
precipitate
sul
ghiacciaio
dalle pareti rocciose sottostanti la Punta di Valle Lunga e Cima Vernaga oltre che dalla stessa Palla Bianca.