2021
(Operatori: Benetton G., Perini G.)
Ghiacciaio del Cevedale
Toponimi:
Zufall Ferner, Vedretta del Cevedale;
Gruppo Montuoso:
Ortles - Cevedale
Numero ghiacciaio:
CGI-732 (I4L00112126)
Bacino idrografico:
Plima, Adige
Coordinate UTM:
32TPS 4261 4642
Tipo:
Ghiacciaio vallivo, bacino semplice
Esposizione Prevalente:
Est
Ritiro ultimo anno: -17m
Ritiro dal 2013: -251m
Note:
Assieme
alla
vicina
Vedretta
della
Forcola,
rappresenta
uno
dei
ghiacciai
più
caratteristici
della
Val
Martello.
Scende
come
una
grande
fiumana
gelata
dalla
Zufall
Spitze,
seconda
cima
del
Monte
Cevedale,
la
montagna
più
glacializzata
dell'intero
gruppo
montuoso.
Durante
la
Piccola
Età
Glaciale,
alla
metà
del
XIX°
secolo,
la
sua
lingua
superava
il
grande
salto
roccioso
sulla
destra
della
valle,
arrivando a sbarrarne completamente il fondo e dando origine ad un lago glaciale oggi scomparso.
Continua
la
fase
di
riduzione
di
questo
ghiacciaio
soprattutto
nel
settore
frontale.
Dalla
fronte
fuoriesce
l’acqua
di
fusione
che
alimenta
il
laghetto
proglaciale sottostante.
2010
(Operatori: Bruschi P.)
Definitivamente
staccato
dalla
vedretta
della
Forcola
per
mezzo
dello
sperone
roccioso
che
scende
dall’antecima
orientale
del
Cevedale
e
da
un
cordone
morenico,
l’
apparato
mostra
un
evidente
arretramento
della
fronte,
evidenziato
dal
laghetto
formatosi
nella
valletta
sottostante.
In
aumento
la
crepacciata
nel
cambio
di
pendenza
in
prossimità
dell’
imbuto
dove
la
lingua
di
sinistra
si
spinge
nella
zona sottostante.
2009
(Operatori: Bruschi P.)
Dopo
diversi
anni
sono
riprese
le
osservazioni
di
questo
ghiacciaio
da
parte
del
Servizio
Glaciologico
Alto
Adige.
L'aspetto
più
evidente
dell'arretramento
in
atto
era
osservabile
nell'ampio
margine
frontale,
lasciato
libero
dalla
fronte
in
continuo
e
consistente
ritiro.
La
zona
centrale,
pianeggiante,
risultava
caratterizzata
da
un
sistema
di
piccoli
canali,
che
a
tratti
davano
luogo
a
pozze
di
scarsa
profondità,
ma
che
in
periodo
di
forte
fusione
hanno
potuto
formare
un
piccolo
lago.
Poco
più
a
monte
era
presente
una
grande
quantità
di
morena
che
potrebbe
racchiudere
un nucleo di ghiaccio.
2005
(Operatori: Belli L., Mauro G.)
Altre immagini
2013
2003
2009
2011
2012
2016
Notevole
riduzione
complessiva,
associata
a
perdita
di
spessore:
sulla
sinistra
idrografica
del
grande
costone
roccioso,
sino
a
pochi
anni
fa
coperto
dal
ghiaccio,
scende
sino
al
piano
sottostante
una
lingua
di
ghiaccio
larga
una
decina
di
metri,
che
si
espande
raggiunto
il
pianoro
per
una
cinquantina
di
metri
di
larghezza.
La
sua
fronte
è
coperta
da
detriti
di
media
e
piccola
dimensione.
Al
centro
si
apre
una
piccola porta, da dove esce il torrente glaciale.
La
posizione
della
fronte
risulta
vicina
al
notevole
cambio
di
pendenza
del
letto
roccioso
da
cui
scende
la
stretta
lingua
di
ghiaccio,
e
sopra
il
quale,
con
l’attuale
ritmo
di
ritiro,
potrebbe
posizionarsi
tra
pochi anni.
Sempre
più
ridotta
anche
la
piccola
lingua
che
si
stacca
alla
sinistra
del
bacino
nella
sua
parte
medio
alta, dove sono presenti tracce di frane recenti.
2016
(Operatori: Benetton S.)
2016
2003
Notevole
riduzione
complessiva,
associata
a
perdita
di
spessore.
L’esile
lingua
di
ghiaccio
che
scendeva
sulla
sinistra
idrografica
del
grande
gradino
roccioso
trasversale,
sino
a
pochi
anni
fa
coperto
dal
ghiaccio,
si
era
ritirata
quasi
del
tutto
al
di
sopra
di
tale
salto
di
roccia.
Nella
vasta
piana
sottostante
rimaneva
un
lembo
di
ghiaccio
morto
e
blocchi
di
ghiaccio
isolati,
fino
ad
1-2
metri
cubi
di
grandezza
ciascuno, crollati dalla seraccata terminale.
Il
torrente
proglaciale
presentava
una
notevole
portata.
E’
prevedibile
che
la
posizione
in
cui
verrà
a
trovarsi
la
fronte
richiederà
di
aggirare
il
ripido
gradino
roccioso
per
compiere
le
misurazioni,
con
conseguente
difficoltà
di
accesso
e
con
la
necessità
di apporre nuovi segnali di riferimento
2017
(Operatori: Benetton S.)
Riduzione
volumetrica
del
ghiaccio,
specialmente
nel
settore
frontale,
il
cui
margine
è
comunque
arretrato
molto
poco
rispetto
alla
posizione
dello
scorso
anno.
Più
vistoso
il
restringimento
laterale
della
fronte.
Il
ghiacciaio
presentava
solo
una
limitata
area
di
nevato
alle
quote
più
elevate,
per
cui
era
facilmente
deducibile
il
forte
impatto
negativo
per
il
bilancio
di
massa
dell’annata.
Il
settore
vallivo
centrale
mostrava
una
morfologia
ancora
convessa,
con
una
pendenza
in
diminuzione
al
di
sopra
del
ripido
salto
roccioso
che
caratterizza
il
letto.
Molto
ridotto
di
superficie
e
di
volume
anche
il
piccolo
lobo
debordante
dalla
fiancata
roccio,
verso
la
Vedretta
Lunga.
Il
settore
sinistro
della
fronte
si
presentava
sospeso
sul
ripido
canalino,
con
blocchi
di
ghiaccio
e
roccia
sovraimposta
in
pericolo
di
crollo.
La
nuova
posizione
della
fronte
richiederà
di
aggirare
il
ripido
gradino
roccioso
per
compiere
le
misurazioni.
Molto
in
evoluzione
il
settore
proglaciale,
sia
per
il
rimaneggiamento
del
materiale
detritico
che
per
la
formazione
di
numerosi
piccoli
laghi
inframorenici,
uno
dei
quali
a
contatto
col
margine
del
ghiaccio.
Il
torrente
proglaciale
presentava
una
notevole portata che testimoniava della forte ablazione in atto.
2018
(Operatori: Benetton S.)
Contenuto
ritiro
della
fronte,
associato
a
perdita
di
spessore.
Evidente
bilancio
negativo
della
massa
glaciale.
Condizioni
di
visibilità
discrete,
con
copertura
nuvolosa
alternata
a
schiarite.
Fronte
sospesa su ripido canalino.
Ghiacciaio
ancora
convesso
nel
settore
vallivo
centrale.
Seraccata
terminale
alta
alcuni
metri
in
riduzione
volumetrica
rispetto
allo
scorso
anno.
Presenza di crepacci radiali nella zona frontale.
Presenza
di
ghiaccio
vivo
anche
nel
settore
superiore
del
ghiacciaio.
Presenza
di
chiazze
di
neve
invernale
sparse
a
partire
da
circa
2.900
m.
Assenza
di
detrito
sul
corpo
glaciale.
Il
torrente
proglaciale
presenta
un
cospicuo
quantitativo
d’acqua.
2019
(Operatori: Benetton S.)
Stato ghiacciaio:
Morfologia
del
corpo
glaciale
stabile.
Terminazione
con
due
lobi,
di
cui
viene
monitorato
il
lobo
sinistro.
Probabilmente
il
lobo
destro
della
Vedretta
del
Cevedale
è
collegato
con
la
vedretta
della
Forcola
al
di
sotto
della copertura detritica che apparentemente separa i due ghiacciai.
Crepacci:
Nel
lobo
sinistro
sono
presenti
alcuni
crepacci
longitudinali
sia
nel
settore
centrale,
che
nel
settore
inferiore
destro, mentre sono presenti alcuni crepacci trasversali sulla fronte.
Finestre rocciose:
Sono
presenti
alcune
finestre
rocciose
in
corrispondenza
del
ripido
versante
che
scende
dalla
Zufallspitzen,
sul settore in destra idrografica del ghiacciaio.
Morene e detrito:
Detrito
assente
nel
settore
centrale
e
superiore.
Detrito
presente
nel
settore
inferiore
del
lobo
destro
e
sulla
porzione destra del lobo sinistro.
Fronte:
Monitorato
il
lobo
sinistro.
La
fronte
del
lobo
sinistro
si
è
posizionata
stabilmente
sopra
il
ripido
salto
roccioso
che
si
aggetta
nella
grande
piana
sottostante;
risulta
maggiormente
appiattita
rispetto
al
2019,
con
riduzione dell’esile seraccata terminale.
Il
lobo
destro,
coperto
di
detrito
e
probabilmente
connesso
con
la
Vedretta
della
Forcola,
è
situato
al
di
sopra di un piccolo laghetto proglaciale.
Acque:
Nessun
torrente
epiglaciale.
3
torrenti
proglaciali
innanzi
al
lobo
sinistro,
di
cui
il
principale
è
quello
più
in
sinistra idrografica.
2020
(Operatori: Benetton G., Benetton S.)
Il
ghiacciaio
ha
evidenziato
il
protrarsi
di
una
situazione
di
generale
riduzione
areale
e
volumetrica,
soprattutto
per
quanto
riguarda
il
settore
frontale.
Il
bordo
inferiore
del
ghiaccio
ha
subito
un
arretramento
medio
di
soli
6
metri
rispetto
allo
scorso
anno,
un
valore
contenuto
rispetto
se
raffrontato
alle
condizioni
complessive
della
massa.
La
quota
minima
misurata
è
di
2.782
metri.
Sono
stati
osservati
numerosi
crepacci
di
dimensioni
ridotte
sul
lato
destro
della
lingua
sinistra
mentre
quelli
sul
settore
frontale
si
sono
di
molto
ridotti
rispetto
agli
scorsi
anni
a
causa
della
diminuzione
di
spessore.
Notevole
la
presenza
di
materiale
di
frana
ai
piedi
delle
rocce
del
fianco
destro.
Sempre
sul
settore
inferiore
–
frontale
la
copertura
detritica
si
è
presentata
in
ulteriore
aumento.
Non
è
stata
notata
la
presenza
di
affioramenti
rocciosi.
Le
condizioni
di
innevamento hanno consentito di valutare in 3.100 metri il limite della neve vecchia.
Il
torrente
principale
scendeva
alla
sinistra
del
canalino,
scorrendo
con
una
media
portata
sulle
rocce
prive
di
detrito.
Stato ghiacciaio:
ll corpo glaciale non presenta sostanziali modifiche morfologiche rispetto al precedente rilevamento.
L’ampia
lingua
del
ghiacciaio
termina
con
2
lobi,
dei
quali
viene
monitorato
quello
sinistro,
per
importanza
e
per
dimensioni.
Ghiaccio
vivo
presente
fino
ad
oltre
i
3300
metri
per
la
maggior
parte
dell'area.
Chiazze
di
neve
invernale
/
nevato
presenti
dai
3000
metri
sotto
la
parete
della
Zufallspitze.
La
leggera
copertura
di
neve fresca in quota non permette la comprensione della AAR e della quota della ELA.
Crepacci:
I
più
significativi
sono
nel
settore
centrale
e
superiore
della
destra
idrografica,
in
corrispondenza
di
pendenze
più
elevate
e
probabile
velocità
di
scorrimento
maggiore.
Continuano
ad
essere
presenti
crepacci
radiali
nel
settore
destro
della
porzione
terminale
del
lobo
sinistro.
Presente
qualche
crepaccio
longitudinale
verso quota 2850 m.
Finestre rocciose:
Presenti
grandi
finestre
rocciose
solo
sul
pendio
della
Zufallspitze
sulla
destra
del
flusso
principale,
alcune
in
fase di reciproca unione.
Morene e detrito:
La
morena
interposta
tra
la
vedretta
del
Cevedale
e
la
vedretta
della
Forcola
nasconde
ancora
ghiaccio
sotto
sé, pertanto risulta esserci ancora continuità di ghiaccio tra le vedrette della Forcola, del Cevedale e Lunga.
Presente
una
falda
detritica
e
alcuni
depositi
detritici
galleggianti
sotto
le
pareti
rocciose
sulla
destra
idrografica del ghiacciaio.
Presente poco detrito sul bordo del lobo sinistro, abbondante sulla parte finale del lobo destro
Fronte:
Risulta
appiattita
rispetto
al
precedente
rilevamento
(2021)
e
con
un
consistente
ritiro
che
ha
determinato
la
risalita
della
parte
più
ripida
dello
scalino
roccioso
che
la
connetteva
precedentemente
al
grande
pianoro
sottostante.
Acque:
Nel
lobo
sinistro
è
presente
un
torrente
proglaciale
più
grande
che
origina
dall'estrema
sinistra
idrografica
del
ghiacciaio
ed
un
torrente
proglaciale
più
piccolo
che
prende
origine
dalla
zona
centrale.
Sono
stati
contati
almeno
5
laghetti
in
area
proglaciale,
che
costituiscono
anche
una
prova
della
presenza
di
permafrost. L'acqua di fusione del lobo destro alimenta un laghetto proglaciale.
Altre osservazioni:
Frana
consistente
scesa
dalla
parete
settentrionale
della
Zufall;
altre
frane
ai
piedi
dell’intera
parete
che
sostiene la superiore vedretta della Forcola.
2022
(Operatori: Benetton G., Benetton S.)
Stato ghiacciaio:
Bilancio nettamente negativo, morfologia glaciale invariata rispetto alla scorsa campagna glaciologica.
Il ghiacciaio termina in 2 lobi, dei quali viene monitorato quello sinistro, per importanza e per dimensioni.
Ghiaccio
vivo
presente
fino
ad
oltre
i
3100
metri
per
la
maggior
parte
dell'area,
modeste
placche
di
nevato
presenti oltre i 3000 metri sotto la parete della Zufallspitze
Crepacci:
I
più
significativi
sono
nel
settore
centrale
e
superiore
della
destra
idrografica,
in
corrispondenza
di
pendenze
più
elevate.
Continuano
ad
essere
presenti
piccoli
crepacci
radiali
nel
settore
destro
della
porzione
terminale del lobo sinistro. Due crepacci longitudinali sono stati osservati a circa 2850 m di quota.
Finestre rocciose:
Presenti
grandi
finestre
rocciose
solo
sul
pendio
della
Zufallspitze
sulla
destra
del
flusso
principale,
alcune
in
fase di reciproca unione.
Morene e detrito:
Presente
una
vasta
area
morenica
galleggiante
tra
la
vedretta
del
Cevedale
e
la
vedretta
della
Forcola,
al
di
sotto
della
quale
è
presente
ghiaccio
che
rappresenta
ancora
la
continuità
tra
le
vedrette
della
Forcola,
del
Cevedale e Lunga.
Presente
una
falda
detritica
e
alcuni
depositi
detritici
galleggianti
sotto
le
pareti
rocciose
sulla
destra
idrografica del ghiacciaio e abbondante detrito sul lobo destro.
Fronte:
Ad “unghia” al centro di un piccolo pianoro.
Acque:
Il
giorno
del
sopralluogo
le
portate
dei
torrenti
erano
in
quantità
normale.
Nel
lobo
sinistro
è
presente
un
torrente
proglaciale
più
grande
che
si
origina
dall'estrema
sinistra
idrografica
del
ghiacciaio
ed
un
torrente
proglaciale
più
piccolo
nella
zona
centrale.
Presenza
di
vari
laghetti
proglaciali.
L'acqua
di
fusione
del
lobo
destro alimenta un laghetto proglaciale.
2023
(Operatori: Benetton G., Benetton S., Perini G.)