Ghiacciaio del Montarso
Toponimi:
Feuerstein Ferner;
Gruppo Montuoso:
Alpi Breonie
Numero ghiacciaio:
CGI-880 (I4L00121204)
Bacino idrografico:
Fleres, Isarco, Adige
Coordinate UTM:
32TPT 7215 4150
Tipo:
Ghiacciaio montano, bacino composto
Esposizione Prevalente:
Nord-Ovest
Ritiro ultimo anno: -39m
Note:
Alimentato
dall’
ampio
circo
della
testata
da
Cima
Montarso
al
Monte
Neve
di
Fleres,
scende,
diviso
in
due lingue, fino al ciglio del roccione che chiude il fondo della Val di Fleres.
L'apparato,
che
appare
in
forte
regresso,
è
composto
da
tre
bacini
confluenti,
di
cui
il
primo,
delimitato
fra
Cima
Lorenzo
e
P
unta
Rocol
(quota
massima
2914m),
meno
potente,
tende
a
separarsi
(è
ancora
unito)
per
alimentazione
carente
in
zona
PT72500400.
Risulta
a
cavallo
della
Croda
Traversa
un'area
scoperta
di
circa
5000
mq.
La
diminuzione
di
spessore
sulla
fronte
dal
2003
al
2013
è
di
ca
12m
2013
(Operatori: Bertinotti I.)
La
superficie
appare
sempre
crepacciata
e
fratturata
specie
in
corrispondenza
del
gradino
di
raccordo
dei
due
circhi
sommitali,
con
presenza
di
nevato
presso
le
due
forcelle
principali
fino
a
quota
2900m.
La
lingua
glaciale
principale
è
divisa
in
due
lobi:
quello
sulla
sinistra
orografica
praticamente
scomparso
mentre
quello
di
destra
,
più
potente,
è
incassato
in
un
canalone
risentendo
di
meno
del
riscaldamento
solare. La fronte appare in ritiro e più assottigliata.
2009
(Operatori: Bertinotti I.)
La
superficie
presenta
evidenti
segni
di
ritiro
sulla
fronte
e
diminuzione
nello
spessore,
forse
causato
dalla
scarsità
delle
precipitazioni
invernali.
Il
ghiacciaio
appare
ristretto
anche
lateralmente,
sulla
sinistra
orografica
mediamente
di
10m,
sulla
destra
(croda Traversa) di oltre 15m.
2007
(Operatori: Bertinotti I.)
Ghiacciaio
notevolmente
crepacciato
specie
nel
gradino
di
raccordo
dei
due
circhi
sommitali,
appare
in
evidente
generalizzata
riduzione.
La
lingua
principale,
quella
pensile,
risulta
divisa
in
due
masse: più ridotta quella sulla sinistra orografica.
2006
(Operatori: Bertinotti I.)
Immagini storiche
1982
Altre immagini
2005
2005
La
lingua
glaciale
principale
risulta
ormai
unica,
con
la
scomparsa
della
massa
glaciale
esterna
dx
e
la
forte
riduzione
di
quella
centrale.
La
fronte
appare
arretrata
e
diminuita
di
spessore;
scomparso
il
ghiaccio
a
ridosso
delle
rocce
montonate
circostanti
l' apparato.
2011
(Operatori: Bertinotti I.)
Continua
la
fase
di
riduzione
generalizzata
dell’intero
apparato,
formato
dalla
confluenza
di
tre
distinti
bacini
di
accumulo.
Verosimilmente
assente
la
neve
vecchia
e
le
aree
di
nevato
risultano
poco
estese
e
limitate
al
bacino
sotto
forcella
Montarso.
L’aspetto
di
maggior
rilievo
è
dato
dalla
comparsa
delle
stratificazioni
del
nevato
e
del
ghiaccio
a
causa
dell’intersezione
della
superficie
estiva
generata
dall’intensa
fusione
della
massa.
Presenti
alcune
chiazze
di
nevato
e/o
neve
residua
di
scarso
rilievo
su
alcune
aree
attorno
al
ghiacciaio.
In
aumento
l’estensione
delle
morene
mediane
alla
congiunzione
dei
bacini
1
e
2.
La
zona
scoperta
fra
i
punti
A
e
B
ha
ora
una
dimensione
di
circa
200m
x
80m
(1,5
ha).
Sono
presenti
alcuni
accumuli
di
frana
al
piede
della
parete
che
sovrasta
il
bacino
di
destra
(orografica).
2015
(Operatori: Bertinotti I.)
L’
apparato
mostra
una
riduzione
in
linea
con
gli
anni
precedenti:
Il
bacino
1
(punto
B),
pur
non
arretrato
in
modo
significativo,
ha
perso
molta
massa
e
si
sta
separando
dal
bacino
2
anche
se
ancora
unito
da
uno
strato
di
2-3
metri
(stima).
La
presenza
di
detriti
alla
congiunzione
dei
due
bacini
si
è
ulteriormente
accentuata
e
alcuni
solchi
di
scorrimento
di
acqua
superficiale
danno
l’idea
della
prossima
separazione.
La
zona
scoperta
fra
i
punti
A
e
B
è
ulteriormente
aumentata.
Il
bacino
1
(q.2900
ca)
è
molto
sofferente
con
affioramenti
di
rocce
ampliati
rispetto
all’anno
precedente.
La
formazione
di
un
secondo
laghetto
a
monte
denota
un
grande
scioglimento
dovuto
alla
mancata
protezione
di
neve vecchia o nevicate tardive all’inizio dell’estate.
2016
(Operatori: Bertinotti I.)
L’estate
particolarmente
calda
(con
zero
termico
oltre
i
3500m
di
quota
per
periodi
particolarmente
lunghi)
e
assenza
di
precipitazioni
estive
ha
condizionato
il
bilancio
di
massa
del
ghiacciaio.
ritiro
della
fronte
in
linea
con
gli
anni
precedenti,
anche
se
la
perdita
di
massa
pareva
più
che
significativa.
Bacino
collettore
estremamente
limitato
ad
una
ristretta
fascia,
formato
principalmente
da
neve
o
nevato
di
valanga.
Si
era
ulteriormente
estesa
la
morena
galleggiante
alla
congiunzione
dei
bacini
1
e
2.
La
zona
scoperta
fra
i
punti
A
e
B
aveva
una
dimensione
di
300m
x
100m
(3
ha).
I
bacini
1
e
2
sono
risultati
uniti
per
ca
50
metri,
con
un
limitato
spessore
del
ghiaccio
che
sarà
facilmente
consumato
in
breve
tempo.
La
lingua
“pensile”
sul
lato
sx
della
colata
principale,
incassata
e
pertanto
leggermente
protetta
dal
sole
per
buona
parte
della
giornata,
usufruiva
di
una
maggiore
difesa
dai
raggi
solari,
nonostante
comunque
avesse
perso
buona
parte
del
suo
spessore.
Un
piccolo
lago
proglaciale
era
presente davanti alla fronte del lobo destro.
2018
(Operatori: Bertinotti I.)
2020
Notevole riduzione dello spessore.
Tempo
perturbato
con
nuvole
basse
che
non
ha
permesso
di
rilevare
la
quota
minima
del
nevato,
la
cui
presenza
molto
scarsa
è
limitata
alla
sola
forcella
del
Montarso.
Presenza
di
alcune
macchie
di
neve
vecchia poco significative ai bordi del ghiacciaio.
Il
ghiacciaio
ha
perso
di
spessore
in
modo
considerevole (stimato ca 5 m in due anni).
Notevole
presenza
di
detriti
sulla
superficie
sulla
sinistra
orografica,
al
centro
meno,
mentre
sulla
destra
orografica
della
lingua
principale
è
comparsa
una
morena
che
seppur
di
dimensioni
limitate
separa
quest’ultima
dalla
zona
scoperta
degli
anni
scorsi
e
quindi
dal
bacino
meridionale
compreso
fra
Punta
S.Lorenzo
e
Punta
Rocol.
Quest’ultimo
bacino,
in
notevole
sofferenza,
è
unito
a
quello
principale
solo
per
un’esigua
striscia
di
ghiaccio
che
contorna
un
nuovo
laghetto.
Tale
parte
si
prevede
rimarrà
a
breve isolata dal resto del corpo glaciale.
2021
(Operatori: Bertinotti I.)
2020
Il
ghiacciaio
ha
subito
una
sostanziale
modifica
con
la
separazione
definitiva
del
settore
meridionale
dal
corpo principale, evento comunque già ipotizzato nella precedente campagna.
Questa
lingua
compresa
fra
Croda
traversa,
Cima
S.Lorenzo
e
punta
Rocol
risulta
separata
dal
corpo
principale
per
circa
40m.
In
tali
condizioni
la
superficie
del
lago
periglaciale
è
raddoppiata
e
la
fronte
rispetto
alla
misurazione
dello
scorso
anno,
quindi
con
lo
stesso
azimut,
risulta
ora
distante
174m
dal
punto
B21
(+
97m).
Adesso
il
ghiacciaio
risulta
laterale
rispetto
al
punto
di
riferimento
B21,
per
cui
l’arretramento
reale della lingua è di ca 40m.
La
perdita
di
spessore
è
stimabile
mediamente
attorno
ai
3
metri
(la
valutazione
è
comunque
ostacolata
dalla
presenza
di
una
abbondante
nevicata
precoce
che
maschera
un
po’
l’insieme).
Questa
perdita
di
massa
è
evidente
anche
nella
“zona
di
accumulo”,
da
sempre
a
quota
troppo
bassa
(di
poco
superiore
ai
2900m),
ma adesso l’inizio superiore della massa glaciale è a 2800m ca.
Il
corpo
principale,
che
ha
costituito
una
piccola
morena
frontale
a
sancire
il
distacco,
risulta
arretrato
di
38m
(+
37m)
rispetto
al
punto
A21.
La
presenza
di
neve
abbondante
e
ventata
ha
reso
difficilmente
individuabili
i
crepacci
e
non
ha
permesso
l’attraversamento
del
ghiacciaio
in
tutta
sicurezza
per
cui
le
rilevazioni
rispetto
al
punto
C21
non
sono
state
fatte
sul
posto,
ma
stimate
da
una
roccia
dominante.
E’
stata
comunque
confermata
la
perdita
di
massa,
anche
se
la
diminuzione
areale
è
parsa
abbastanza
limitata.
La
lingua
pensile
è
quasi
sparita,
anche
se
sembra
che
ci
sia
una
piccola
presenza
di
ghiaccio
molto
incassata.
La
formazione
di
grossi
crepacci
trasversali
fa
pensare
a
possibili
ulteriori
crolli
e
praticamente
al
collasso completo della lingua pensile.
(Operatori: Bertinotti I.)