2018
Ghiacciaio Orientale della Gran Vedretta
Toponimi:
Griess Ferner;
Gruppo Montuoso:
Alpi Aurine
Numero ghiacciaio:
CGI-883 (I4L00121302)
Bacino idrografico:
Vizze, Isarco, Adige
Coordinate UTM:
32TQT 0685 0687
Tipo:
Ghiacciaio montano, circo vallone
Esposizione Prevalente:
Nord, Nord-Ovest
Ritiro ultimo anno: -6m
Ritiro dal 2010: -52m
Note:
Ghiacciaio
parallelo
alla
Gran
Vedretta
Occidentale,
posizionato
nello
stretto
vallone
fra
la
cresta
confinale di Parete Rossa (Rotwand) e l’ Hochferner.
Nonostante
la
presenza
di
neve
recente
che
ricopre
i
due
terzi
della
superficie,
il
ghiacciaio
si
presenta
sempre
più
crepacciato
e
frastagliato,
specie
nella
fronte
ricoperta
in
parte
da
notevoli
masse
di
detrito.
Nei
dintorni
del
ghiacciaio
sono
presenti
diverse chiazze di nevato invernale.
2013
(Operatori: Sartori G., Seppi R.)
La
fronte
del
ghiacciaio
(quella
misurata
è
sotto
detrito,
ma
il
ghiaccio
è
molto
evidente)
si
è
modellata
a
ferro
di
cavallo
con
la
parte
centrale
arretrata,
mentre
le
protuberanze
laterali
si
sono
allungate
specie
quelle
sulla
sinistra
orografica.
La
fronte
del
ghiacciaio
pensile
ha
scoperto
ancora
maggiormente
la
roccia
sulla
sinisitra.
La
parte
centrale
del
ghiacciaio
evidenzia
la
formazione
di
seracchi
più
aperti
rispetto
la
campagna
precedente.
Sulle
rocce
laterali
sono
evidenti
le
tracce
di
neve
recente.
Dopo
alcuni
anni
è
stato
ripreso
il
bacino
superiore
dalla
stazione
fotografica
a
quota
2900
m
(Cima Croda Rossa).
2012
(Operatori: Pattaro C., Rosa S., Rosan R., Sartori G., Seppi R.)
La
parte
finale
della
fronte
(sotto
detrito)
appare
in
forte
ritiro
ed
anche
lo
spessore
è
diminuito
nonostante
che
il
ghiaccio
si
trovi
sotto
detrito.
Per
quanto
riguarda
la
parte
pensile
del
ghiacciaio
le
foto
mettono
in
evidenza
il
cambiamento
dello
stesso.
2011
(Operatori: Cassina A., Danielis F., Pattaro C., Sartori G.)
La
lingua
del
ghiacciaio
appare
sempre
più
biforcuta,
divisa
da
un
roccione
sempre
più
evidente.
La
parte
sinistra
della
lingua,
sempre
più
levigata,
denota
una
diminuzione
di
spessore,
come
anche
quella
sotto
i
detriti
con
evidenti
segni
di
ablazione.
La
grotta
presente
negli
anni
passati
è
scomparsa,
segno
evidente
della
diminuzione
dello
strato del ghiaccio.
2010
(Operatori: Pastori L., Sartori G.)
La
fronte
biforcuta
risulta
ulteriormente
modificata
con
il
lato
sinistro
sempre
più
coperto
da
detriti.
Presenti,
come
nella
vedretta
gemella,
placche
di
nevato
nella
zona
proglaciale.
La
grotta
alla
sinistra
della
fronte,
più
limitata
rispetto
al
2008,mette
in
evidenza
l’
assottigliamento
dello
strato
di
ghiaccio
sotto il detrito.
2009
(Operatori: Rosa S., Sartori G.)
La
lingua
del
ghiacciaio
pensile
si
è
sensibilmente
ridotta,
con
aumento
della
biforcazione
che
mette
in
evidenza
un
tratto
più
ampio
di
roccia.
Anche
nella
parte
superiore
la
superficie
appare
ridotta,
ricoperta
di
detriti.
La
situazione
del
ghiaccio
sotto
il
detrito,
alla
base
della
lingua,
è
sempre
caotica
evidenziando
un
deciso
arretramento
e
assottigliamento.
2008
(Operatori: Rosa S., Sartori G.)
Altre immagini
2007
2009
Immagini storiche
1982
2011
Il
ghiacciaio,
nonostante
il
valore
di
arretramento
nullo,
si
presenta
molto
crepacciato
e
frastagliato:
la
presenza
di
neve
nuova
rende
difficile
l’
individuazione
del
limite
della
fronte,
ricoperta
da
notevoli
quantità
di
detrito,
con
massi
anche
di
grande
dimensione,
alcuni
presenti
sulla
superficie
del ghiacciaio “pensile”.
Nei
dintorni
del
ghiacciaio
sono
presenti
diverse
chiazze
di
nevato
(invernale)
che
ha
superato
le
notevoli
piogge
estive,
favorite
da
una
estate
mediamente abbastanza fresca.
2014
(Operatori: Bertinotti I.)
Il
ghiacciaio
si
presenta
molto
crepacciato
anche
se
complessivamente
la
superficie
pare
meno
frastagliata
rispetto
ai
periodi
precedenti,
facendo
ipotizzare
una
consistente
fusione
di
massa.
L’intero
settore
frontale
è
risultato
ricoperto
da
abbondante
detrito,
con
presenza
di
massi
anche
di
grande
dimensione.
Al
di
sotto
del
materiale
di
copertura
parrebbe
essere
avvenuta
una
frammentazione
del
corpo
glaciale
in
corrispondenza
di
un
gradino
roccioso.
2015
(Operatori: Bertinotti I.)
Il
ghiacciaio
presenta
una
notevole
riduzione
di
spessore
generale,
molto
crepacciato
ma
meno
frastagliato
che
nell’anno
precedente,
causa
probabilmente
fusione
superficiale.
La
fronte
è
ricoperta
da
detrito,
con
massi
anche
di
grande
dimensione;
il
ghiaccio
sotto
detrito
ha
resistito
tutto
sommato
meglio
del
prevedibile,
separato
dalla
fronte
evidente
da
un
salto
di
roccia,
per
cui
l’
apparato risulta diviso in due.
2016
(Operatori: Bertinotti I.)
2016
L’andamento
termo
pluviometrico
dell’annata,
in
particolar
modo
la
scarsità
di
precipitazioni
nevose
(due
soli
episodi
significativi
in
primavera)
ha
determinato
un
bilancio
di
massa
alquanto
deficitario
per
questo
ghiacciaio,
e
comunque
in
linea con tutte le masse gelate
La
colata
che
forma
la
lingua
si
presenta
molto
crepacciata.
Il
giorno
del
sopralluogo
era
in
atto
una
notevole
fusione,
inoltre
si
sono
notate
continue
scariche
di
materiale.
Nel
settore
frontale
la
modifica
più
evidente
non
è
parsa
tanto
l’arretramento
del
margine
frontale
quanto
piuttosto
la
forte
diminuzione
di
spessore
che
è
possibile
rilevare
soprattutto
attraverso
il
confronto
con
le
immagini
delle
campagne
precedenti,
in
particolare
quella del 2015.
Parrebbe
ancora
esistere
un
contatto,
in
sinistra
orografica,
tra
il
ghiaccio
di
superficie
e
quello
all’interno
del
detrito
del
conoide:
assente
quasi
completamente la neve vecchia.
2017
(Operatori: Bertinotti I.)
Il
ghiacciaio
presenta
un
bilancio
di
massa
abbastanza
negativo,
con
una
maggiore
perdita
al
di
sotto
dei
2.500
metri
di
quota.
La
superficie
del
ghiacciaio
è
risultata
molto
crepacciata,
con
evidenti
segnali
di
forte
fusione
superficiale.
Notevole
la
quantità
di
materiale
detritico
proveniente
dalle
pareti
sovrastanti.
La
parte
di
lingua
esposta
è
parsa
non
aver
subito
variazioni
importanti
se
non
per
una
perdita
di
spessore
rispetto
al
rilievo
del
2017.
Il
piccolo
collegamento
fra
la
parte
superiore
e
quella
coperta
da
detrito
(ghiaccio
sepolto)
sulla sinistra sembrava ormai interrotto.
Possibile presenza di permafrost sotto il detrito sottostante la fronte.
(Operatori: Bertinotti I.)
Il
corpo
glaciale
si
è
presentato
molto
crepacciato,
con
parte
frontale
coperta
di
massi
anche
di
grandi
dimensioni e soggetta a continue scariche.
La
parte
scoperta
ha
subito
un
ritiro
di
6
metri
dal
2018
e
pareva
avere
perso
anche
una
certa
quantità
di
spessore.
Il
piccolo
collegamento
fra
la
parte
superiore
e
quella
coperta
da
detrito
sulla
sx
sembra
ora interrotto.
Le
temperature
estive
elevate
pare
abbiano
determinato
anche
la
fusione
di
una
certa
quantità
di
ghiaccio morto, sepolto dal detrito.
L’estate
calda
con
zero
termico
per
molti
giorni
oltre
i
3000
ha
influito
soprattutto
sotto
q
2700
e
sulla
parte
coperta
da
detrito
sciogliendo
molto
ghiaccio
“fossile”
ed interrompendo la continuità del ghiacciaio stesso.
2019
(Operatori: Bertinotti I.)
2020
Il
ghiacciaio
si
presenta
molto
crepacciato,
con
la
parte
frontale
coperta
di
massi
anche
di
grandi
dimensioni
e
soggetta
a
continue
scariche.
La
parte
evidente
non
si
è
ritirata,
ma
ha
perso
nettamente
di
potenza
(confronto
con
foto
2019).
ll
piccolo
collegamento
fra
la
parte
superiore
e
quella
coperta
da
detrito
sulla
sinistra sembra ora interrotto.
(Operatori: Bertinotti I.)