Ghiacciaio del Gran Pilastro
Toponimi:
Glieder Ferner;
Gruppo Montuoso:
Alpi Aurine
Numero ghiacciaio:
CGI-893 (I4L00121313)
Bacino idrografico:
Sottomonte, Vizze, Isarco, Adige
Coordinate UTM:
32TQT 0790 0490
Tipo:
Ghiacciaio vallivo, bacino semplice
Esposizione Prevalente:
Est - Sud Est
Ritiro ultimo anno: -2m
Ritiro dal 2012: -208m
Note:
Esteso
ghiacciaio
vallivo
che
dalla
cresta
di
cima
del
Gran
Pilastro
scende
verso
la
testata
della
Val
di
Vizze in direzione sud est.
La
stagione
abbastanza
favorevole
per
le
tarde
nevicate
e
le
temperature
mediamente
non
troppo
alte
hanno
contribuito
a
limitare
il
ritiro
del
ghiacciaio.
Sulla
fronte,
leggermente
spostata
sulla
sinistra,
si
ripresenta
una
grotta
di
notevoli
dimensioni.
Appena
sopra
la
fronte,
sulla
destra,
si
nota
un
cumulo
di
detriti
formato
da
una
frana
staccatasi
dalla
morena
sovrastante.
Sui
rilievi
attorno
al
ghiacciaio
sono
presenti
estese
chiazze
di
nevato,
residui
delle
nevicate
invernali,
il
limite
del
nevato
non
rilevato
causa neve recente.
2013
(Operatori: Rosa S., Rosan R., Sartori G.)
Impossibile
il
rilievo
della
fronte
con
strumento
GPS,
per
presenza
di
neve
fresca
e
scarse
condizioni
di
sicurezza.
Al
centro
della
fronte
si
è
aperta
una
grotta
nel
ghiaccio
di
notevoli
dimensioni;
non
valutabile
la
presenza
di
neve
vecchia
o
nevato,
causa recente nevicata.
Nella
zona
antistante
la
fronte
massi
di
notevole
dimensione
poggiano
su
terrazzoni
di
detriti.
Un
torrente
fuoriesce
dal
ghiacciaio
con
una
portata
abbastanza
ridotta
rispetto
al
passato,
causa
la
temperatura abbastanza rigida.
2012
(Operatori: Pattaro C., Rosa S., Rosan R., Sartori G.)
La
fronte
mostra
un
pronunciato
arretramento
e
messo
a
nudo
davanti
alla
fronte
sassi
e
rocce
di
notevoli
dimensioni;
sulla
destra
orografica
appare
un
masso(che
lambisce
ancora
il
ghiaccio)
di
almeno
4
metri
di
altezza
che
in
altre
occasioni
non
si
vedeva
dando
così
l'impressione
di
quanto
la
fronte
stia
perdendo
anche
in
spessore
oltre
che
in
arretramento.
Al
centro
della
fronte
si
presenta
la
solita
grotta
da
dove
fuoriesce
il
torrente
purtroppo
sempre
molto
alimentato.
Risalendo
la
lingua
per
le
misure
con
GPS
si
presenta
un
crepaccio
che
sembra
tagliare
la
stessa
in
orizzontale
e
dove
si
infiltra
l'acqua
che
scende
in
piccoli
torrentelli
dalla
superficie
del
ghiaccio.
La
parte
media
del
bacino
si
presenta particolarmente crepacciata.
2011
(Operatori: Danielis F., Sartori G.)
Permane
evidente
un
pronunciato
arretramento
della
fronte
con
alla
base
detriti
di
notevoli
dimensioni.
Si
nota
una
diminuzione
dello
spessore
del
settore
più
elevato
sinistro
e
fino
ai
piedi
della
Punta
Bianca,
rilevabile
dall’
aumento
degli
affioramenti
rocciosi.
Impossibile
il
rilevamento
della
quota
della
neve
vecchia
per
la
presenza
di
neve
fresca.
2010
(Operatori: Cassina A., Sartori G.)
La
fronte
ha
evidenziato
un
forte
arretramento
con
la
comparsa
di
una
caotica
massa
di
sassi
e
rocce
nella
zona
sottostante.
La
riduzione
di
spessore
appare
evidente
nel
settore
più
elevato
sinistro
con
aumento
di
affioramenti
rocciosi
sotto
la
Punta
Bianca.
2009
(Operatori: Barison G., Fellin S., Sartori G.)
La
condizione
della
fronte
appare
alquanto
critica
in
netto
arretramento
e
con
evidente
perdita
di
spessore
anche
nel
settore
più
elevato
fino
ai
piedi
della Punta Bianca.
2008
(Operatori: Fellin S., Puchler L., Sartori G.)
Continua
la
fase
di
riduzione
complessiva
della
fronte
e
dello
spessore.
Da
una
misurazione
indicativa
fatta
da
un
vecchio
segnale
si
stima
un
ritiro della fronte di 260m in 12 anni.
2007
(Operatori: Pastori L., Rosa S., Sartori G.)
Complessivamente
l'intero
corpo
glaciale
mette
in
evidenza
una
condizione
di
pronunciato
ritiro.
Alla
fronte
si
sono
ampliate
le
due
caverne
di
ghiaccio
da
cui
fuoriuscivano
i
torrenti
glaciali.
Oltre
all'arretramento
frontale,
anche
lo
spessore
del
settore
inferiore
pare
alquanto
ridotto.
Quasi
totalmente
scomparse
le
grandi
aree
di
nevato
presenti
sulla
cresta
di
sinistra,
in
vicinanza
della
Forcella
di
Punta
Bianca,
ora
costituite
da
placche
di
ghiaccio
scuro,
in
graduale,
consistente
riduzione.
Sempre
di
modesta
estensione
la
copertura
morenica
galleggiante.
Il
manto
nevoso
residuo
appare
relegato alla parte più alta del bacino.
2006
(Operatori: Rosa S., Sartori G.)
Altre immagini
Immagini storiche
1982
2009
2004
2005
Continua
la
fase
negativa
dell’
apparato.
Sulla
fronte
è
scomparsa
la
grotta
individuata
la
scorsa
campagna,
né
ci
sono
grandi
quantità
di
detrito.
Sui
rilievi
attorno
al
ghiacciaio
sono
presenti
chiazze
di
nevato
piuttosto
importanti,
residui
delle
nevicate
invernali,
mentre
il
ghiacciaio
risulta
scoperto
in
gran
parte,
fatte
salve
alcune
macchie,
probabile
resto di valanghe.
2014
(Operatori: Bertinotti I.)
Continua
la
fase
negativa
dell’
apparato:
le
condizioni
climatiche
estive
(estate
particolarmente
secca
e
calda
con
lunghi
periodi
di
zero
termico
sopra
i
3500
m)
hanno
determinato
una
riduzione
complessiva
del
ghiacciaio,
messa
in
evidenza
soprattutto
da
un
arretramento
significativo
del
limite
frontale.
Un
fenomeno
particolarmente
interessante,
ed
assai
poco
frequente,
è
stato
fornito
dalla
presenza
di
crepacci
di
forma
circolare
e
concentrica,
posti
a
circa
20
m
sopra
la
fronte,
con
uno
sprofondamento
centrale
valutabile
in
ca
3/4m.
Da
segnalare
la
presenza
di
ghiaccio
(morto)
ricoperto
da
materiale
detritico
sul
bordo
destro
del
ghiacciaio.
2015
(Operatori: Bertinotti I.)
Pur
essendo
arretrato
in
misura
inferiore
rispetto
all’anno
precedente
è
evidente
la
perdita
di
spessore:
il
ritiro
ha
raggiunto
il
grosso
cedimento
evidenziato
l’anno
scorso.
L’assenza
di
copertura
nevosa
precoce
(scarso
innevamento
invernale)
è
la
causa
probabile
di
questo
scioglimento
superficiale
notevole.
Un
fenomeno
particolarmente
interessante,
ed
assai
poco
frequente,
è
stato
fornito
dalla
presenza
di
crepacci
di
forma
circolare
e
concentrica
sopra
la
fronte,
con
uno
sprofondamento centrale valutabile in ca 3/4m.
Da
segnalare
la
presenza
di
ghiaccio
(morto)
ricoperto
da
materiale
detritico
sul
bordo
destro
del
ghiacciaio.
2016
(Operatori: Bertinotti I.)
2016
L’arretramento
della
fronte
è
stato
rilevante
così
come
le
modifiche
morfologiche
della
massa
che
hanno
messo
in
evidenza
una
consistente
perdita
di
spessore.
Una
condizione
che
si
è
potuto
osservare
anche
per
le
sovrastanti
masse
isolate.
Un
ulteriore
e
significativo
aspetto
che
ha
messo
in
luce
un
bilancio
di
massa
assolutamente
negativo
è
stata
la
mancanza di neve residua e di nevato.
Infine,
il
giorno
del
sopralluogo
è
stata
osservata
una
notevole
portata
del
torrente
glaciale,
segno
di
forte
ablazione
prevalentemente
di
ghiaccio.
Da
segnalare
infine
anche
modifiche
strutturali
nella
zona frontale (crolli).
2017
(Operatori: Bertinotti I.)
Quest’anno
la
fronte
del
ghiacciaio
è
arretrata
in
misura
rilevante,
con
una
altrettanto
consistente
perdita
di
spessore.
E’
stata
rilevata
anche
una
notevole
deglaciazione
del
versante
sinistro
orografico,
in
corrispondenza della Forcella della Punta Bianca.
Il
giorno
del
sopralluogo
il
torrente
glaciale
possedeva
una
portata
notevole
a
causa
della
forte
ablazione
in
atto, anche a quote elevate.
Da rilevare anche alcune forme di erosione della grande morena laterale destra dovute al ruscellamento.
2018
(Operatori: Bertinotti I.)
Il
ritiro
frontale
dal
2019
è
stato
di
piccola
entità
e
non
rispecchia
la
complessiva
riduzione
cui
è
stata
sottoposta
la
massa
di
ghiaccio.
La
fronte
appare
diminuita
di
spessore
ed
ha
accentuato
la
forma
ad
unghia
tipica
della
fase
di
ritiro
in
atto.
Il
giorno
del
sopralluogo
il
torrente
glaciale
presentava
una
discreta
portata,
conseguenza
dell’ablazione
in
atto
anche
a
quote
elevate,
anche
se
una
quota
di
portata
poteva
essere
attribuita
alla
fusione
della
più
recente nevicata di settembre (ca 40 cm a 3000 m).
La
stagione
di
accumulo
ha
fornito
una
scarsa
quantità
di
neve
(nonostante
l’importante
nevicata
di
febbraio
e
quelle
di
maggio)
tanto
che
il
manto
nevoso
invernale
pareva
essersi
per
gran
parte
esaurito
già
a
fine
di
luglio.
Notevole
la
perdita
di
spessore.
Sono
stati
osservati
alcuni
crolli
in
zona
frontale,
segnali
evidenti
della
pronunciata
riduzione
in
atto.
Sulla
morena
laterale
dx
il
detrito
è
franato
a
seguito
di
temporali
estivi
ed
ha
scoperto
del
ghiaccio spesso ca 2m a ca 50m dal segnale.
Non
è
stato
possibile
valutare
se
la
massa
di
ghiaccio
morto
fosse
ancora
collegata
alla
lingua
principale,
anche
se
comunque
la
morfologia
dei
luoghi
lo
lasciava intendere.
2019
(Operatori: Bertinotti I.)
2020
2022